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FAUSTO MEARELLI                               MARINELLA PESCARI Dottore in Farmacia                               Dottoressa in Chimica e Diplomato in Erboristeria                       Tecnologie Farmaceutiche

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lo Stomaco

e le piante medicinali

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


INTRODUZIONE

 

 

 

Nella pratica clinica esistono molte patologie la cui eziopatogenesi non θ del tutto definita e la componente psicologica riveste un ruolo di notevole importanza.

Molti quadri clinici abbastanza diffusi (ulcera peptica, colon irritabile, alcune forme di cefalee, dispepsia, palpitazioni, ecc) sono causati da diversi fattori biologici, psicologici, ambientali che interagiscono tra loro e si rafforzano reciprocamente. I disturbi della sfera gastro- intestinale si associano frequentemente a disagi psicologici, questo ci suggerisce che l’apparato digerente θ  particolarmente  reattivo agli stimoli emozionali.

Le emozioni infatti, attraverso meccanismi complessi, si traducono in reazioni viscerali dipendenti in parte dallo stimolo emozionale, e dalla percezione soggettiva che ogni singola persona dΰ dello stimolo stesso. Questo processo di somatizzazione che esprime molto spesso un disagio esistenziale attraverso il corpo θ un espediente per affrontare le difficoltΰ della vita.

Il “mal-essere” dell’esistenza viene trasformato in sintomi fisici, il corpo rappresenta il principale organo bersaglio dell’ansia, della depressione e dello stress, per molte persone θ il solo mezzo per proiettare lontano dalla sfera psichica ciς che li tormenta. Questo fatto va sempre tenuto in considerazione durante la diagnosi e la terapia dei disturbi gastro-intestinali.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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1. CENNI DI ANATOMIA E FISIOLOGIA DELLO STOMACO

 

 

 

 

1.1   Anatomia e fisiologia dello stomaco


 

 

Situato  all’interno  della  cavitΰ addominale,  lo  stomaco  θ  una porzione dilatata del tubo digerente la cui forma ricorda la lettera J, in alto  θ  collegato  con  l’esofago,  in basso  con  il  duodeno.  L’organo occupa  la  porzione  centrale  e sinistra della parte superiore della cavitΰ  addominale,  e  si  estende sopra l’ombelico.

Lo stomaco secerne un acido molto forte, l’acido cloridrico, ed enzimi che,  insieme  all’amilasi  salivare danno  inizio  al  processo  della digestione.    Le    sue    funzioni principali    sono    quelle    di immagazzinare gli alimenti deglutiti e di mescolarli al succo gastrico e agli enzimi per rendere possibile la digestione.


 

 

Fig.1 Sistema Gastrointestinale


 

 

La miscela di liquidi, cibo parzialmente digerito ed enzimi viene chiamata chimo e lo stomaco regola la portata con la quale il chimo giunge nell’intestino tenue dove avviene la maggior parte del processo digestivo ed ha luogo l’assorbimento.

Il cibo entra nello stomaco attraverso il  cardias, un’apertura nel diaframma a forma di anello costituita da muscoli che contraendosi ne aprono e chiudono l’imbocco. Molto importante θ l’azione del cardias  nell’impedire  che  il  contenuto  dello  stomaco  ritorni nell’esofago. Senza questo meccanismo a valvola, l’acido e la pepsina secreti dallo stomaco potrebbero venire a contatto con le pareti dell’esofago  erodendole,  e  provocandone  l’ulcerazione.  Questo  θ esattamente ciς che succede nel caso di ernia iatale.

Nello stomaco si distinguono diverse porzioni: il  fondo,  la parte superiore dello stomaco che ha una forma a volta e che costituisce la cosμ detta bolla gastrica; il corpo la porzione media e piω voluminosa, disposta verticalmente, e la parte pilorica, che θ il segmento inferiore dello stomaco, θ disposta orizzontalmente e comunica con il duodeno

 

 

 

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tramite lo  sfintere pilorico. Quest’ultima parte θ anche conosciuta come regione pilorica o piloro.

La  struttura  della  parete  gastrica  θ  caratterizzata  da  alcune peculiaritΰ. La superficie interna dello stomaco (tonaca mucosa) si presenta  di  colore  grigio-rosaceo  che  diventa  rosso  durante  la digestione per un aumento della vascolarizzazione. La parete gastrica θ sollevata in pieghe chiamate  pliche  gastriche  che  decorrono longitudinalmente,  sono  numerose  soprattutto  nella  zona  della piccola curvatura, e che scompaiono quando la parete si distende. La mucosa gastrica poi si solleva in numerose creste gastriche, tra le quali sono comprese le fossette o  cripte gastriche sul cui fondo si versano le secrezioni elaborate dalle ghiandole, di vario tipo, che si trovano nella mucosa.

A  seconda  della  localizzazione,  le  ghiandole  secernono  diverse sostanze: le  ghiandole della regione del cardias sono formate da cellule mucoidi  che secernono muco; le ghiandole del fondo e del corpo, peptiche o gastriche propriamente dette, si trovano nei due terzi superiori dello stomaco e risultano costituite da quattro tipi di cellule: le cellule principali, le cellule di rivestimento, le cellule mucose e quelle  argentaffini. Le  cellule principali o adelomorfe, secernono il pepsinogeno (precursore  della pepsina), e il cosidetto fattore di Castle o fattore intrinseco antianemico, indispensabile per l’assorbimento  della  vitamina  B12  contenuta  negli  alimenti;  nel bambino inoltre secernono la rennina, che θ deputata alla digestione del latte;  Le cellule di rivestimento o parietali sono le cellule che secernono acido cloridrico in concentrazione molto elevata (pH = 1). Le  cellule mucose  elaborano muco di natura acida e le  cellule argentaffini secernono la serotonina  direttamente nel sangue.

Le  ghiandole  piloriche, infine presenti nella parte pilorica dello stomaco, sono costituite da  cellule  mucoidi che secernono muco neutro;  in queste ghiandole si trovano inoltre cellule endocrine che secernono un ormone chiamato  gastrina sostanza che stimola la secrezione gastrica e la motilitΰ dello stomaco.

La parete dello stomaco, come tutto il tratto gastro-intestinale, presenta  due  strati  di  tessuto  muscolare  liscio,  lo   strato longitudinale esterno e quello circolare interno; poi c’θ un ulteriore strato di fibrocellule muscolari lisce quelle dello strato obliquo che θ limitato alla porzione del fondo dello stomaco. Lo svuotamento dello stomaco in massima parte dipende dall’attivitΰ contrattile di questi strati di muscolatura liscia.

 

 

 

 

 

 

 

 

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1.2 Le secrezioni gastriche

 

 

Il succo gastrico θ l’insieme delle secrezioni che viene immesso all’interno dello stomaco e che θ costituito dall’acido cloridrico, dall’enzima digestivo pepsina, dal fattore intrinseco antianemico, da acqua , muco e bicarbonato.

Secrezione di HCl: La mucosa gastrica ha una notevole capacitΰ di secernere acido cloridrico. L’acido cloridrico θ un acido forte che svolge numerose funzioni utili alla digestione. Anzitutto un’elevata aciditΰ  serve  a  denaturare  le  proteine  e  a  spezzare  i  legami intermolecolari cosμ da continuare il processo digestivo iniziato nella masticazione. Una seconda funzione svolta dall’acido cloridrico θ quella di uccidere la maggior parte dei batteri che giungono nello stomaco insieme al cibo. L’efficienza di questo processo protettivo non θ perς completa. Altra funzione dell’acido cloridrico θ quella di attivare alcuni enzimi digestivi secreti dallo stomaco come ad esempio la pepsina  il  cui  precursore  il pepsinogeno si attiva solo in ambiente acido.

La secrezione acida dello stomaco θ dovuta all’attivitΰ dell’enzima H+ /K + ATPasi o pompa protonica della membrana apicale delle cellule parietali gastriche.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fig.2  Secrezione di Ac. Cloridrico

          ad opera delle cellule parietali

          e liberazione di ioni bicarbonato

          nel sangue

 

 

 

Questo enzima  espelle l’idrogeno, trasportandolo dal citoplasma delle cellule ai canalicoli secretori, e lo scambia con il potassio che θ trasportato all’interno delle cellule parietali. La concentrazione nel lume dello stomaco di ioni idrogeno arriva ad essere 3 milioni di volte superiore rispetto a quella nel sangue. Per quel che riguarda lo ione Cl -  viene prodotto nella stessa misura dello ione H+,  mentre la secrezione di ioni Na+ θ inversamente proporzionale a quella degli ioni H + . Il Cl- si accumula con H+ portando cosμ alla secrezione di HCl isotonico.

Per ogni ione H+ rilasciato nel lume gastrico uno ione bicarbonato viene immesso nel torrente circolatorio, provocando la cosiddetta

 

 

 

 

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onda  alcalina. I bicarbonati vengono formati a partire dall’acido carbonico, prodotto dalla riduzione dell’anidride carbonica ad opera dell’enzima anidrasi carbonica, localizzato nelle cellule parietali.

Il sangue alcalinizzato forma una rete di capillari che si estende proprio sotto la superficie delle cellule e fornisce un ambiente acido- basico ottimale per la secrezione di bicarbonato da parte delle cellule dell’epitelio dello stomaco.

La secrezione gastrica θ regolata da numerosi fattori chimici, nervosi e

ormonali.

Il principale stimolo fisiologico per la secrezione gastrica θ senza dubbio l’ingestione di cibo.

La risposta secretoria acida solitamente viene divisa in tre fasi: cefalica, gastrica e intestinale, sulla base dei molteplici fattori che contribuiscono a regolarla. La fase cefalica consiste nella risposta secretoria allo stimolo visivo e olfattivo del cibo. La fase gastrica θ indotta dall’arrivo del cibo, mentre la fase intestinale viene innescata dal passaggio del cibo nel lume del tratto prossimale dell’intestino. Sebbene si accetti questa suddivisione per praticitΰ, ciascuna di queste fasi θ estremamente complessa e sotto l’influenza di numerosi stimoli secretori.

I principali  agenti  stimolanti  per  la  secrezione  acida sono la gastrina  e  le fibre del nervo vago (che agiscono sui recettori muscarinici della membrana delle cellule parietali).

La gastrina θ il piω potente stimolante della secrezione acida gastrica finora conosciuto θ contenuta nei granuli citoplasmatici delle cellule G che si trovano raggruppate o sparse tra le cellule epiteliali della mucosa dell’antro e prepilorica.

L’azione della gastrina e quella del nervo vago sono intimamente legate. La presenza di cibo nell’antro dello stomaco fa aumentare il livello di gastrina e quindi lo stimolo secretivo, un pH pari o inferiore a 3 invece diminuisce tale livello. La gastrina, inoltre svolge un ruolo primario nel rilascio dell’istamina dalle cellule simil- enterocromaffini (ECL). Le cellule G in effetti in seguito allo stimolo delle fibre del sistema nervoso enterico, cosμ come dalla presenza di cibo nello stomaco secernono l’ormone, che viaggia attraverso il circolo sanguigno e arriva alla mucosa del fondo dello stomaco per agire sulle cellule ECL le quali sono stimolate a rilasciare l’stamina.

Il  nervo vago stimola la secrezione gastrica tramite tre differenti modalitΰ: 1) interazione diretta con i recettori muscarinici delle cellule parietali; 2) azione stimolante sul rilascio di gastrina nel torrente circolatorio; 3) aumento della sensibilitΰ delle cellule parietali allo stimolo gastrinico.

 

 

 

 

 

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istamina θ un altro importante mediatore nella regolazione della secrezione acida gastrica ed θ contenuta in concentrazione elevata nei mastociti in stretto contatto con le cellule parietali. Per molti anni si θ dibattuto sull’effettivo ruolo svolto dall’istamina in sede gastrica. Evidenze sperimentali hanno dimostrato che: 1) L’istamina svolge un ruolo importante nella regolazione della secrezione acida gastrica; 2) esercita un’azione comune alla gastrina e all’acetilcolina (mediatore chimico del nervo vago); 3) θ ancora da chiarire se l’istamina sia in realtΰ  l’effettore  ultimo  comune  nella  stimolazione  delle  cellule perietali.

Considerando ora la regolazione della secrezione gastrica in termini inibitori, il principale effetto inibitorio viene esercitato dall’acido stesso presente nello stomaco o nel duodeno, con un meccanismo di feedback negativo ancora non del tutto conosciuto. L’abbassamento del pH nel lume dello stomaco al di sotto di 3 provoca una parziale inibizione della gastrina, una ulteriore riduzione a 1,5 o meno blocca completamente il rilascio di gastrina da parte di qualsiasi agente stimolante.

La presenza di acido nel duodeno invece induce l’inibizione della secrezione acida probabilmente mediante il rilascio di secretina e /o di altri peptidi intestinali. La secretina viene rilasciata dalle cellule endocrine (cellule S) della mucosa del tenue.

Altri agenti di inibizione della secrezione acida sono l’iperglicemia, la presenza di soluzioni ipertoniche o di grassi nel duodeno oltre ad alcuni   peptidi intestinali  (peptide  vasoattivo,  enteroglucagone, neurotensina, il pepetide YY e l’urogastrone) per i quali perς non θ stata ancora definita la misura del contributo alla regolazione della secrezione acida.

Secrezione di enzimi: nei succhi gastrici sono presenti numerosi enzimi, quelli ad avere effetti significativi sul normale processo di digestione,  ma  che  risultano  anche  insieme  all’acido  la  causa principale dei danni tissutali che producono l’ulcera,  sono gli enzimi proteolitici, le cosiddette pepsine. Nel succo gastrico sono presenti numerosi tipi di pepsina e di relativo pepsinogeno per comoditΰ perς le indicheremo tutte con il termine generico di pepsina.

La pepsina viene secreta dalle cellule principali o peptiche delle ghiandole del corpo e del fondo gastrico, ma anche da quelle delle ghiandole piloriche.

La pepsina viene secreta in forma inattiva, detta pepsinogeno, che viene  convertita  in  pepsina  tramite  il  distacco  di  un  piccolo frammento della molecola. Questa reazione di attivazione θ resa possibile dall’acido cloridrico dello stomaco che crea l’ambiente

 

 

 

 

 

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adatto, nell’ambiente neutro dell’intestino la pepsina risulta in effetti inattiva.

La pepsina θ un enzima proteolitico, catalizza cioθ la scissione dei legami esistenti tra alcuni aminoacidi che costituiscono le proteine. I prodotti della digestione pepsinica sono, essenzialmente dei piccoli frammenti   peptidici  composti  di  parecchi  aminoacidi.  Questi frammenti costituiscono uno dei principali stimoli chimici preposti al controllo della produzione di acido cloridrico e della secrezione pancreatica.

 

 

La secrezione di acqua, muco e bicarbonato di sodio, prodotti dalle cellule epiteliali di rivestimento della mucosa gastrica, sono destinate a lubrificare lo stomaco per facilitare lo scorrimento del cibo nella sua superficie, ma soprattutto servono a proteggere la mucosa gastrica dall’effetto corrosivo e digestivo dell’acido cloridrico e della pepsina.


 

 

Un    ruolo    importante    nei meccanismi  di  difesa  e  nella prevenzione dell’ulcera peptica θ svolto  dal  muco  che  θ  secreto dalle    cellule    specializzate localizzate    nella    superficie dell’epitelio della mucosa gastrica e nelle ghiandole gastriche. Stimoli   irritanti,   fisici   o chimici, e lo stimolo colinergico aumentano  la  secrezione  di muco.  Questo  si  trova  in  fase solubile nel succo gastrico e come


 

  Fig . 3 - Le ghiandole gastriche: in evidenza

  l’ubicazione delle cellule secretici gastriche.

 


uno strato di gel insolubile, di circa 0,6 mm di spessore, riveste la superficie mucosa dello stomaco. In condizioni normali il gel mucoso θ secreto in continuazione dalle cellule mucose dell’epitelio gastrico ed θ continuamente solubilizzato dalla pepsina intraluminale.

Il muco gastrico θ costituito da grosse molecole polimeriche  di natura glicoproteica organizzate a formare un gel viscoso che si stratifica sulle pareti gastriche. La pepsina secreta nel lume gastrico agisce sulla  superficie  dello  strato  di  muco  attaccando  il  polimero  e rendendo il muco incapace di formare o mantenere il gel, in questo modo θ permessa la diffusione degli ioni, ma non la penetrazione di macromolecole, come la pepsina stessa. Le molecole di pepsina sono quindi intrappolate nello strato di gel mucoso intatto, che in questo modo protegge le cellule della mucosa dalle lesioni proteolitiche.

 

 

 

 

 

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A rafforzare le difese della mucosa ci sono poi gli ioni bicarbonato secreti dalle cellule epiteliali gastriche non parietali, questi penetrano nel  gel  mucoso  e  contribuiscono  a  creare  un  microambiente caratterizzato da un importante gradiente di ioni idrogeno tra la superficie luminale del muco (pH acido vicino a 2) e la zona a contatto con le cellule della mucosa (pH piω alcalino vicino a 7).In questo modo si forma uno strato protettivo che non permette la retrodiffusione di acido.

La  secrezione  dei  bicarbonati  gastrici  θ  stimolata  dalle prostaglandine della serie E ed F, da agenti  colinergici  e  dal calcio. Risulta invece inibita dai FANS, dall’acetazolamide da farmaci a-adrenergici e dall’etanolo.

La retrodiffusione dell’acido θ impedita inoltre dalle cellule epiteliali della mucosa che sono saldate le une con le altre tramite giunzioni serrate.

Infine le prostaglandine sono presenti in concentrazione elevata nella mucosa  gastrica.  Esse  stimolano  la  secrezione  di  muco  e  di bicarbonati gastrici e duodenali e il flusso ematico nella mucosa, partecipano  alla ricostruzione dell’integritΰ cellulare in risposta ad un danno mucoso.

Tutti i fattori protettivi della mucosa sin qui descritti contribuiscono a formare la cosiddetta  barriera mucosa gastrica  che ha un ruolo importante nell’impedire lo sviluppo dell’ulcera. Quando per qualche motivo la barriera mucosa gastrica viene indebolita, la mucosa stessa viene sottoposta all’azione corrosiva dell’acido cloridrico e digerita dalla  pepsina,  in  questo  modo  possono  verificarsi  numerose conseguenze come il danno cellulare, il rilascio di istamina da parte dei mastociti con ulteriore stimolazione della secrezione acida, danno dei piccoli vasi sanguigni, emorragia della mucosa e in fine lesioni ulcerose superficiali.

Anche il mantenimento di un regolare e normale flusso sanguigno θ essenziale per la conservazione dell’integritΰ della barriera.

Un diminuito afflusso di sangue associato a retro diffusione di acido puς danneggiare la mucosa.

In conclusione tenuto conto delle caratteristiche dei componenti del succo gastrico, nello stomaco si θ sempre per cosμ dire “sul filo del rasoio”!!. In effetti da una parte si deve produrre acido cloridrico e pepsina in quantitΰ sufficienti a dare inizio al processo digestivo e dall’altra  si  deve  secernere  una  sufficiente  quantitΰ  di  muco  e bicarbonato per impedire che l’acido e la pepsina digeriscano lo stomaco stesso. Risulta evidente a questo punto come sia importante

il mantenimento dell’equilibrio tra i fattori aggressivi e quelli di difesa

per scongiurare le piω comuni patologie dello stomaco.

 

 

 

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2. LE PIΩ COMUNI PATOLOGIE DELL’APPARATO GASTRICO

 

 

 

 

2.1 Dispepsia

 

Il termine dispepsia deriva dal greco “dys-paptein” che significa mal - digerire, ed θ stato utilizzato negli anni per indicare un insieme di sintomi che hanno origine nella parte superiore del tubo digerente e che si riteneva fossero causati da una alterata digestione dei cibi. Gli stessi pazienti parlano in effetti di “indigestione” quando vogliono portare l’attenzione del medico su una sindrome che per molti di essi θ legata al mangiare ed alle funzioni intestinali.

La dispepsia piω frequente (dispepsia funzionale) θ provocata da un ritardo o da un’accelerazione nel passaggio degli alimenti nello stomaco senza che esista alcuna lesione organica.

 

 

I piω comuni sintomi dispeptici sono:

 

 

-    dolore/bruciore epigastrico

-    senso di pienezza post-prandiale

-    sazietΰ precoce

-    sensazione di gonfiore epigastrico

-    senso di nausea

-    meteorismo, flatulenza

-    diarrea o stipsi.

 

 

Non θ ancora nota la patogenesi della dispepsia θ possibile perς distinguerne  forme  diverse.  I  sintomi  dispeptici  possono  infatti insorgere in assenza di meccanismi eziologici conosciuti (dispepsia funzionale o idiopatica), ma anche accompagnare numerose patologie

(dispepsia secondaria).

La dispepsia funzionale colpisce i soggetti sani, che non soffrono di alcun disturbo organico. Attualmente, la dispepsia funzionale cronica θ  considerata  una  patologia  con  genesi  multifattoriale,  alla  cui determinazione  possono  partecipare  anomalie  alla  motilitΰ gastrointestinale, infezione da  Helicobacter  pylori  (HP),  alterazioni della  secrezione  acida  gastrica  e  della  sensibilitΰ  del  tratto gastrointestinale, stress, fattori psicologici e dietetico-ambientali.

Molto spesso θ l’espressione somatica di conflitti emozionali e la sintomatologia θ correlata con periodi di tensione emotiva della vita del paziente. La dispepsia funzionale θ frequente in individui con particolari tratti della personalitΰ.

 

 

 

 

 

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Tra le varie forme di  dispepsia secondaria la dispepsia biliare, θ provocata da una insufficiente secrezione di bile che si riversa nell’intestino   dovuta   a


Patologie alle quali si puς trovare associata la dispepsia secondaria

 

 


disturbi  della  cistifellea

(litiasi   biliare,   cattivo svuotamento) o a disturbi


Malattie dell’apparato digerente

 

ƒ      Malattia  da  reflusso gastroesofageo

ƒ      Sindrome  del  colon irritabile


Malattie metaboliche

 

 

ƒ      diabete mellito

ƒ      iper-ipotiroidismo

ƒ      iperparatiroidismo

ƒ      squilibri elettrolitici


epatici,   quali   cirrosi   o insufficienza  epatica.  La scarsa  quantitΰ  di  bile nell’intestino      causa digestioni  lente  e  difficili


ƒ      Sindrome   da   mal assorbimento

ƒ      Ulcera peptica

ƒ      Patologia   delle   vie biliari

ƒ      Pancreatite

 


con         sonnolenza, meteorismo e a volte mal di testa  questi  sintomi  in genere  scompaiono  dopo quattro o cinque ore dalla


fine del pasto.

La dispepsia intestinale θ invece provocata da alterazioni intestinali come la colite ulcerosa, il colon irritabile che impediscono alle sostanze nutritizie di essere assorbite completamente. I sintomi piω caratteristici della dispepsia intestinale sono meteorismo, dolore addominale e diarrea.

 

 

 

 

2.2 Gastrite

 

 

La gastrite θ un disturbo molto comune che si manifesta in seguito all’irritazione provocata sulla mucosa gastrica da diversi agenti quali prodotti alimentari deteriorati, microorganismi, farmaci, alcol, fumo di sigaretta, prodotti caustici. Inoltre situazioni di stress, alcuni disturbi immunitari, insufficienza renale o stati di shock ne favoriscono la comparsa.

L’infiammazione della mucosa gastrica puς assumere caratteristiche diverse e a seconda dell’evoluzione si distinguono due tipi di gastrite: la gastrite acuta e la gastrite cronica.

La  gastrite acuta  puς essere erosiva, cioθ puς presentare nella mucosa gastrica numerose aree di erosione, ma che generalmente non superano i pochi millimetri di profonditΰ.

La gastrite cronica nella maggior parte dei casi colpisce soggetti di etΰ superiore ai quarant’ anni, solitamente evolve per molto tempo, anni e persino decenni. Durante questo periodo si possono produrre alterazioni importanti e irreversibili della mucosa gastrica. Le cause della gastrite cronica non sono ben precisate, attualmente si ritiene

 

 

 

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che possa essere il risultato di una concausa di vari fattori(consumo prolungato di farmaci antiinfiammatori, alcolici, fumo, bevande molto calde, infezione da Helicobacter pylori).

La gastrite cronica puς evolvere senza complicazioni ma in alcuni casi con il passare degli anni si possono presentare complicanze dovute alle lesioni persistenti della mucosa gastrica. Una delle complicazioni piω frequenti θ l’anemia, causata dalle piccole ma continue perdite di sangue. Inoltre la gastrite cronica se trascurata evolve molto spesso in ulcera gastrica o duodenale in seguito all’indebolimento della barriera mucosa.

 

 

2.3 Ulcera peptica

 

 

In Inghilterra il 14% della popolazione sviluppa un’ulcera gastrica o duodenale prima dei quarant’anni. Mentre nei paesi in via di sviluppo la percentuale θ ancora piω alta. In Giappone addirittura circa il 50% della popolazione maschile e il 25% di quella femminile soffre di ulcera.

L’ulcera peptica θ una lesione circoscritta di tipo erosivo, che si produce nella superficie interna dello stomaco o delle sue zone limitrofe.  Le  ulcere  possono  essere  classificate  in  base  alla localizzazione delle lesioni. Si dividono in ulcere gastriche, le lesioni interessano la parete dello stomaco; e in ulcere duodenali le lesioni si manifestano nella prima porzione dell’intestino tenue.

L’ulcera duodenale presenta un’incidenza tre o quattro volte superiore a quella dell’ulcera gastrica. Anche tra i sessi esistono delle differenze. L’ulcera peptica e soprattutto quella duodenale θ molto piω comune negli uomini che nelle donne. Sembra che le donne siano protette dall’ulcera dai loro ormoni e quando ne sono colpite, generalmente non presentano forme gravi. La gravidanza inoltre allevia i sintomi dell’ulcera.

L’ulcera peptica si produce in seguito all’effetto corrosivo del succo gastrico, quando questo viene a contatto con la mucosa gastrica o duodenale. Questa condizione si verifica quando viene turbato il sistema che regola l’equilibrio tra digestione e protezione gastrica. Solitamente il disturbo si manifesta con sintomi la cui comparsa, intensitΰ e durata variano molto per ogni caso singolo. I piω comuni sintomi dell’ulcera sono:

 

 

ƒ   dolore alla bocca dello stomaco, non troppo laterale, sopra l’ombelico; θ in forma di un continuo rosichio o un dolore penetrante, non necessariamente forte, che puς persistere anche per piω di un’ora.

 

 

 

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ƒ   L’area del dolore θ localizzata e cosμ precisa da poterla indicare con un dito.

ƒ   Il dolore insorge quando si ha fame, piω che subito dopo aver mangiato, puς addirittura svegliare durante la notte. Durante il giorno puς peggiorare e puς essere alleviato con l’assunzione di cibo, latte o antiacidi.

ƒ   Il dolore puς essere cosμ frequente da indurre a fare degli spuntini tra un pasto e l’altro.

ƒ   Puς manifestarsi per qualche giorno di seguito, poi sparire per settimane o per mesi e persino per anni, prima di ricomparire. L’equazione acido/pepsina muco/bicarbonato puς essere alterata da tanti fattori quali lo  stress, i farmaci, le infezioni batteriche

(Helicobacter pylori),  l’alcol  e  il  fumo di sigaretta. Per alcune persone inoltre una possibile causa di ulcera sembra essere la produzione eccessiva di acido cloridrico. Altri malati ancora hanno il problema che la normale produzione di acido, non θ seguita, nel loro organismo, dal fisiologico calo notturno.

L’ulcera da  stress  θ solo una delle manifestazioni organiche della reazione da stress. Quale sia la percentuale di ulcere causate dallo stress rimane un punto controverso. Ed θ abbastanza sorprendente che ancora non sia stato completamente chiarito come possa causare l’ulcera. Certo θ che lo stress θ in grado di peggiorare gli effetti delle cause d’ulcera piω comuni (come quelli genetici o relativi alla dieta alimentare).

Nello  stato  di  stress  in  effetti  si  evidenzia  un  calo  della secrezione  di  acido,  di  muco  e  bicarbonato,  nonchι  una diminuzione dell’apporto di sangue al tratto gastro-intestinale. In questa condizione, l’organismo sceglie di irrorare maggiormente i distretti del cuore e dei muscoli. La barriera protettiva della mucosa gastrica risulta quindi diminuita, lo strato di muco e bicarbonato viene assottigliato.  Quando la situazione di stress θ superata, la secrezione di acido cloridrico ritorna verso la norma. Le pareti dello stomaco essendo ricoperte di uno strato meno spesso di muco, non sono  piω  in  grado  di  rispondere  efficacemente  all’aggressione dell’acido, puς quindi verificarsi l’eventualitΰ che si produca una lesione a livello della mucosa. Essere sottoposti a ripetuti episodi stressanti  potrebbe  quindi  essere  una  causa  della  formazione dell’ulcera.

Altro fattore di rischio per lo stomaco θ  l’inadeguato apporto di sangue ossigenato alla mucosa. Interessante in questo contesto il caso che viene spesso citato nella letteratura medica di un uomo che riportava una grossa ferita d’arma da fuoco (un vero buco!) allo

 

 

 

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stomaco dal quale si potevano vedere le pareti dello stesso che sbiancavano ogni qualvolta l’uomo provava un eccesso d’ira o un attacco d’ansia. Questa immagine evidenzia con chiarezza come lo stato di stress implichi una drastica diminuzione del flusso sanguigno allo  stomaco,  l’inadeguata  ossigenazione  dello  stomaco  che  ne consegue produce poi l’abbassamento del pH tissutale e dell’ATP, oltre che il rilascio di radicali liberi e l’incremento nella produzione di lattato, la riduzione della produzione di prostaglandine che a loro volta inducono una riduzione della produzione di muco e bicarbonato. Anche in questo caso la parete dello stomaco si trova impreparata, dopo che lo stato di stress θ stato superato, ad affrontare il ritorno di una adeguata ossigenazione e l’inevitabile aumento della quantitΰ di radicali liberi prodotti che lo stomaco non riesce a disattivare.

Il  consumo  ripetuto  e  prolungato  di  determinati  farmaci soprattutto gli antiinfiammatori quali l’aspirina, fenilbutazone e indometacina θ causa frequente di ulcera gastrica. Questi farmaci si dimostrano nocivi per le pareti dello stomaco come conseguenza di due fenomeni. Da una parte, alcuni antiinfiammatori e soprattutto l’aspirina, dopo essere stati assorbiti nel sangue, interferiscono con la produzione di prostaglandine. Questi ormoni agiscono in varie parti dell’organismo, a livello delle articolazioni per esempio le prostaglandine vengono rilasciate come mediatori chimici del dolore nei processi infiammatori, risulta quindi utile neutralizzarle per alleviare il dolore. Nello stomaco invece favoriscono la secrezione di muco e bicarbonato, quindi θ assolutamente dannoso per lo stomaco interferire con la secrezione di prostaglandine in loro assenza infatti la barriera  mucosa  gastrica  viene  molto  assottigliata  diventando insufficiente a contrastare l’azione corrosiva dell’acido e della pepsina. Il risultato θ allora la produzione di piccole erosioni multiple nello stomaco, e i sintomi sono quelli dell’ulcera gastrica.

Dall’altra parte, i farmaci antiinfiammatori sono di natura acida e quindi depositandosi sulla barriera mucosa gastrica ne riducono l’alcalinitΰ promuovendo la possibilitΰ  di contatto diretto tra succo gastrico e mucosa, favorendo la formazione della lesione ulcerosa. L’effetto diventa particolarmente dannoso quando i farmaci antiinfiammatori sono assunti a digiuno, in questo caso infatti, venendo a mancare l’effetto tampone del cibo nello stomaco, si puς verificare la formazione di una lesione sulla mucosa perchι l’aciditΰ del farmaco tende a concentrarsi in settori molto circoscritti.

Anche i farmaci cortisonici (steroidi) come prednisolone o cortisone presi per via orale per lunghi periodi di tempo possono causare ulcere gastroduodenali croniche, probabilmente perchι viene danneggiata la barriera protettiva del muco. Tuttavia, poichι si formi un’ulcera θ

 

 

 

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necessario un dosaggio molto elevato, piω di 15mg di prednisolone al giorno.

Il consumo prolungato di bevande alcoliche costituisce una causa piuttosto comune di ulcera gastrica. Attualmente si ritiene che in questo caso il meccanismo scatenante sia dovuto al fatto che l’alcol θ una sostanza tossica per la mucosa gastrica e che, quindi, il suo consumo esagerato riduca le capacitΰ difensive della barriera mucosa gastrica.

Tra i fattori responsabili dell’insorgenza dell’ulcera duodenale θ necessario tenere in considerazione anche la predisposizione genetica. Questa ipotesi si basa sul fatto che θ stato osservato che l’ulcera duodenale θ molto piω frequente in determinate famiglie rispetto al resto della popolazione oltre al fatto che l’incidenza di ulcera duodenale θ molto elevata soprattutto per i soggetti con gruppo sanguino 0, caratteristica che si trasmette in modo ereditario. Non   sono   stati   identificati   i   geni   responsabili   di   questa predisposizione ma si ritiene che possono provocare un aumento della secrezione  di  acido  cloridrico  e  di  pepsinogeno  da  parte  delle ghiandole gastriche e quindi un aumento della quantitΰ di acido che arriva al duodeno.

Altra causa della formazione dell’ulcera θ senza dubbio il fumo di sigaretta che fa aumentare anche le probabilitΰ che il disturbo ulceroso provochi complicazioni. La nicotina, contenuta nel fumo di tabacco,  stimola la secrezione di acido cloridrico e di pepsinogeno, alterando il rapporto acido/pepsina : muco. Inoltre θ un potente vasocostrittore che, agendo sulle piccole arterie dello stomaco e delle cellule della mucosa gastroduodenale, non consente il necessario rifornimento di ossigeno e di nutrienti. Viene quindi abbassata anche la capacitΰ della mucosa di produrre muco che deve proteggere la parete dello stomaco e del duodeno. Altro componente del fumo di tabacco molto dannoso per lo stomaco θ il monossido di carbonio che riduce il contenuto di ossigeno del sangue. Flusso sanguigno ridotto e l’impoverimento del contenuto di ossigeno nel sangue, oltre all’effetto tossico del monossido di carbonio che agisce come un veleno delle cellule stesse, producono effetti davvero disastrosi sulle cellule della mucosa gastrica e duodenale.

Anche il processo di guarigione dell’ulcera viene rallentato in modo importante dal fumo di sigaretta perchι θ dipendente dal rifornimento di ossigeno. In un fumatore di 20 o piω sigarette al giorno, la cicatrizzazione diventa quasi impossibile.

Anche l’infezione da Helicobacter pilori θ causa di ulcera peptica. Questo batterio penetra nel tubo digerente, riuscendo ad eludere l’azione sterilizzante dell’acido, e dopo avere attraversato lo strato di

 

 

 

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muco  gastrico,  si  ancora  alle  cellule  dell’epitelio  e  comincia  a replicarsi. Il batterio danneggia in modo irreversibile le diverse componenti del muco grazie ad alcune  proteasi e lipasi e questo comporta una perdita delle proprietΰ fisiologiche dello stesso.

Le cellule della mucosa gastrica vengono danneggiate dall’adesione del batterio, dalla produzione di cataboliti e soprattutto di tossine che produce. Quanto detto sinora allora conferma l’ipotesi che l’infezione da H. pylori altera i meccanismi di  controllo sulla secrezione acida, sia stimolando la produzione di gastrina che inibendo l’attivitΰ delle cellule D produttrici di somatostatina. L’incremento della produzione acida si traduce in un aumento dello stesso nel duodeno, con successiva trasformazione reattiva dell’epitelio da intestinale  a gastrico ( metaplasia ) ed estensione dell’infezione dall’antro al bulbo, conseguente duodenite ed infine ulcera ( Fig. 4 ).

 

 

 

Gastrina


 

Somatostatina

 


 

 

 Infezione da H. pylori


 

 

 

 

     Secrezione acida                         Gastrite da H. pylori           Tossine e cataboliti  del batterio

 

 

 

 

      Riduzione:                             Metaplasia gastrica in duodeno

      -  Secrezione bicarbonati

      -  Clearance aciditΰ bulbare

Duodenite

                      - Fattori genetici                                                               Danno della Mucosa

                      - Dieta

 

 

ULCERA DUODENALE

 

 

 

 

Fig.4      Infezione da Helicobacter pylori

 

 

 

 

 

Nell’ulcera peptica tra i fattori ambientali piω frequentemente chiamati in causa troviamo la dieta.

I cibi piccanti, come il curry e il pepe, potrebbero essere considerati causa di ulcera dato che molto spesso il consumo di questi alimenti θ associato a bruciori di stomaco e “cattiva digestione”. In realtΰ, non ci sono  dati  validi  per  confermare  questa  ipotesi,  θ  stato  invece

 

 

 

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evidenziato che diete blande e latte, che venivano raccomandate in passato,  non  offrono  alcun  beneficio  e,  inoltre,  stimolano  una maggiore produzione di acido nelle 24 ore rispetto ai tre pasti regolari.

 Oggi si sa che i pazienti affetti da ulcera hanno bisogno di mangiare cibi quanto piω possibile variati. Ciς significa pesce, carne, cereali, verdura  e  frutta.  Se  mangiare  un  cibo  in  particolare  provoca ripetutamente dei disturbi, deve essere evitato (questa eventualitΰ dovrebbe comunque verificarsi in pochissimi casi dato che quasi mai le persone affette da ulcera reagiscono male a un singolo alimento o gruppi di alimenti).

Molto  importante  θ  poi  non  restare  con  la  fame.  Bisognerebbe organizzarsi in modo da fare tre o quattro pasti regolari durante la giornata.

Inoltre la progressiva riduzione della frequenza della malattia peptica nei paesi occidentali θ stata messa in relazione con un incremento del consumo di acidi grassi polinsaturi che sono in grado di inibire la crescita dell’H. pylori in vitro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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2.4 Comparazione dei sintomi di alcune importanti malattie dell’apparato digerente

 

 

La  causa  di  un  dolore  allo  stomaco  puς  essere  difficile  da diagnosticare soltanto in base ai sintomi. Ci sono in effetti molto variabili da considerare: il tipo di dolore, l’intensitΰ, il momento in cui si manifesta, la posizione, il rapporto con il cibo e infine l’azione che lo provoca se c’θ. Per fare chiarezza allora nella tabella sotto riportata ci sono delle indicazioni di carattere generale che possono aiutare a distinguere i sintomi dell’ulcera da quelli ascrivibili a cause diverse.


 

 

 

DOLORE             Ulcera duodenale


 

 

Ulcera gastrica


 

 

Gastrite cronica


 

 

Dispepsia       Infiammazione della cistifellea


 

 

Cancro dello stomaco


 

Posizione

 

 

 

 

Quando

 

 

 

 

 

Miglioramenti con il cibo

 

Miglioramenti con gli alcali

(dispepsia medicinale)

 

Vomito

 

Appetito

 

 

 

Vomito ematico

 

 

Perdita di peso Riscontro analitico positivo per il sangue nelle feci


Varia con la posizione dell’ulcera

 

 

Prima dei pasti ( o 2 ore, 2 ore e mezzo dopo)

 

 

 

 

 

 

 

 

Raramente

 

Buono

 

 

 

Talvolta

 

 

Lieve

 

 

 

 

 


Varia con la posizione dell’ulcera

 

 

Da mezz’ora a

2 ore dopo i pasti

 

 

 

Talvolta

 

 

Si

 

 

 

 

Comune

 

Giusto

 

 

 

Talvolta

 

 

Lieve

 

 

 

 

 


Sempre centrale

 

 

 

 

Immediatamen- te dopo il cibo

 

 

 

 

No

 

 

No

 

 

 

 

Al mattino

 

Cattivo

al mattino Molto raramente

 

No

 

Talvolta

 

 

 

 


Parte superio- re dell’addome o al centro del petto

 

Subito dopo il pasto

 

 

 

 

No

 

 

Si

 

 

 

 

Non sempre Normale fino all’inizio del pasto

 

NO (?)

 

 

No

 

No

 

 

 

 


Dolore alla bocca dello stomaco leggermente spostato a destra

 

In modo improvviso in forma di crampi. Piω sensibile dopo i cibi grassi.

 

Non sempre

 

 

Non sempre

 

 

 

 

Non sempre

 

Variabile

 

 

 

No

 

 

No

 

No

 

 

 

 


Varia con la posizione di sviluppo

 

 

Non strettamente in rapporto con i pasti

 

 

 

No, mai

 

 

No

 

 

 

 

Sμ, comune

 

Pessimo

 

 

 

“Color Caffθ”

(sangue alterato)

 

 

Sμ, sempre

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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3. TERAPIA FARMACOLOGICA

 

 

 

I principali obiettivi che si prefigge il trattamento dell’ulcera peptica sono  la  remissione  dei  sintomi,  la  guarigione  delle  lesioni,  la prevenzione delle complicanze (emorragia, stenosi) e delle recidive dell’ulcera.

Questi obiettivi possono essere raggiunti sia modificando le norme igienico-dietetiche e le abitudini voluttuarie (fumo, consumo di alcolici ecc…) che utilizzando terapie farmacologiche.

Le regole igienico – dietetiche da adottare in ogni caso nei disturbi gastrici sono l’abolizione del fumo di sigaretta, evitare il consumo di alcolici ma anche di e caffθ e l’uso anche occasionale di farmaci antiinfiammatori non steroidei che possono irritare lo stomaco, peggiorando cosμ un ulcera attiva.

I farmaci attualmente disponibili per il trattamento dell’ulcera peptica e delle malattie acido correlate appartengono  a classi diverse e sono rappresentati da:

 

 

   Antiacidi e citoprotettori

   Antagonisti dei recettori H2

   Inibitori della pompa protonica

   Sali di bismuto

   Procinetici

   Antibatterici

 

 

La terapia farmacologica ha come scopo quello di modificare il rapporto acido - pepsina / muco in favore di quest’ultimo. Quindi ci sono alcuni farmaci che agiscono riducendo l’aggressivitΰ dell’acido e della pepsina contro la parete dello stomaco e altri che invece migliorano lo strato protettivo di muco sulla mucosa gastrica. Piω recentemente sono stati introdotti dei farmaci che combattono le infezioni da Helicobacter pylori.

 

 

3.1 Antiacidi e citoprotettori

 

 

Gli antiacidi sono composti capaci di neutralizzare il contenuto acido dello stomaco reagendo con l’acido cloridrico secondo una reazione di neutralizzazione che porta alla formazione di un sale ed acqua. I principali antiacidi sono: bicarbonato di sodio, il carbonato di calcio, l’idrossido di magnesio e l’idrossido di alluminio (usati da soli come tali, ma anche in combinazione tra di loro). Per questi composti si fa

 

 

 

 

 

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una  classificazione  chimica  in  considerazione  della  porzione  di molecola a cui θ legata la reattivitΰ, quindi vengono divisi in:

   antiacidi anionici o sistemici (il bicarbonato di sodio o il carbonato di calcio) la porzione reattiva della molecola θ quella anionica

   antiacidi  cationici  o  non sistemici  (idrossido di magnesio e di alluminio) la porzione reattiva θ quella cationica.

 

 

Oltre alle differenze chimiche  i vari antiacidi differiscono per il potere neutralizzante, la rapiditΰ di reazione con l’acido cloridrico ed i loro effetti collaterali gastrointestinali e sistemici.

Eliminare l’acido un sollievo immediato dal dolore a gran parte dei malati di ulcera peptica. Tuttavia, anche se assunti a dosi elevate non

sono in grado da soli di guarire l’ulcera. I farmaci antiacidi non sono

molto efficaci nel trattamento delle ulcere gastriche perchι passano dallo stomaco al duodeno troppo rapidamente e non riescono a neutralizzare una quantitΰ rilevante di acido.

L’antiacido piω semplice ed anche il piω conosciuto θ probabilmente il bicarbonato di sodio. La sua azione θ molto rapida, ma reagendo con l’acido cloridrico nello stomaco produce grandi quantitΰ di anidride carbonica in fase gassosa. Si possono verificare allora fastidiosi problemi  di  meteorismo,  gonfiori  ed  eruttazioni,  oltre  ad  effetti collaterali  sistemici  quali  alcalosi  sistemica,  ritenzione  idrica procurata da un eccesso di sodio che puς peggiorare certe forme di cardiopatia e far aggravare eventuali stati di ipertensione.

Lo stesso si puς dire anche del  carbonato di calcio, con l’unica diversitΰ che in questo caso c’θ una tendenza minore a causare alcalosi metabolica dato che il calcio ha una maggiore affinitΰ per il carbonato o gli altri ioni rispetto al sodio e i prodotti che si formano hanno una bassa solubilitΰ. Nonostante la maggior parte del calcio

carbonato rimanga nell’intestino, in parte viene assorbito sottoforma

di cloruro di calcio ed θ sufficiente per provocare un’ipersecrezione

acida ritardata, detta anche “rimbalzo acido”. Questo fenomeno

sembra provocato dall’ipercalcemia che sarebbe in grado di stimolare la liberazione di gastrina. Inoltre puς verificarsi la formazione di calcoli.

I composti  di  magnesio  (ossido,  trisilicato  e  idrossido)  hanno un’azione piω lenta rispetto agli antiacidi di sodio e calcio, ma θ meno probabile  che  provochino  problemi  di  alcalinizzazione sistemica. Tendono tuttavia a dare diarrea, per questo motivo questo composto viene  di  solito  associato  o  alternato  ad  agenti  costipanti  come l’idrossido di alluminio.

I   composti  dell’alluminio (ossido, trisilicato e glicinato) hanno un’azione simile a quella del magnesio, ma provocano stitichezza. Si

 

 

 

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temeva un po’ per gli effetti tossici dell’alluminio, soprattutto per la presunta relazione con la malattia di Alzheimer, tuttavia, l’organismo assorbe solo piccole quantitΰ di alluminio da questi tipi di antiacidi, e quindi basta ridurre il dosaggio o interrompere l’assunzione nel caso di insufficienza renale (l’eliminazione dei composti di alluminio θ infatti prevalentemente renale) per non incorrere in problemi legati all’accumulo di alluminio.

Da  tenere  sempre  presente  quando  si  assumono  gli  antiacidi, soprattutto  quelli  cationici,  che  questi  composti  possono  dare interazioni con altri farmaci. I composti dell’alluminio e del magnesio

hanno  una  elevata  tendenza  a  legarsi  nello  stomaco  ad  alcuni

antibiotici, antifungini, antimalarici, antiepilettici come la fenitoina, le

fenotiazine, la penicillamina e anche il ferro. Questi farmaci una volta

legati all’antiacido non vengono piω assorbiti e quindi perdono ogni efficacia terapeutica. Gli antiacidi inoltre possono  alcalinizzare  le urine favorendo l’eliminazione renale di farmaci come l’aspirina, ad esempio, che rimanendo in circolo nel sangue per tempi piω brevi perderΰ parte della sua efficacia.

 

 

I  citoprotettori non interferiscono con la secrezione acida gastrica, ma sono in grado di potenziare le difese della mucosa nei confronti dell’aggressione da parte sia dell’acido cloridrico che dei sali biliari.

I principali farmaci di questa classe sono:

   sucralfato

   bismuto colloidale

   derivati delle prostaglandine (PGE1 e PGE2 ).

 

 

Il   Sucralfato   (Citogel,  Sucralfin,  Sucral,  Antepsin…)  θ  un  sale complesso  di  solfato  di  saccarosio  e  idrossido  di  alluminio, scarsamente solubile in acqua e solo minimamente  solubile in acido diluito e in alcali.

Quando viene somministrato per via orale, il  sucralfato  si  scinde  e  forma  una sospensione vischiosa che si lega con alta affinitΰ sia alla mucosa normale che a quella lesionata. Nell’ambiente acido dello stomaco il sucralfato libera alluminio e acquisendo una forte carica negativa θ in grado   di   formare   legami   di   tipo


elettrostatico   con   qualsiasi   gruppo chimico carico positivamente (comprese le


Fig. 5 - Sucralfato

 

 


proteine, i peptidi, i metalli , i farmaci ecc.) anche con macromolecole come le mucine, con le quali puς formare gel complessi. La sua azione

 

 

 

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θ quasi esclusivamente topica, viene assunto alla dose di 4g/die suddivisa  in  2  o  4  somministrazioni  e  si  rivela  di  efficacia sovrapponibile a quella della cimetidina o ranitidina nel trattamento delle ulcere duodenali, il tasso di guarigione delle ulcere gastriche invece risulta molto migliore con gli antagonisti dei recettori H2.  Il sucralfato θ ben tollerato, possono verificarsi in seguito ad un impiego prolungato del prodotto problemi di stipsi. Altri effetti collaterali meno comunemente riportati sono: disturbi gastro-intestinali (diarrea, secchezza delle fauci, flatulenza, nausea, vomito e pesantezza di stomaco), eruzione cutanea, prurito, vertigini, insonnia cefalea, dolori lombari. Sono stati inoltre segnalati casi di ipersensibilitΰ quali orticaria, angioedema, difficoltΰ respiratoria e rinite.

Il bismuto colloidale θ stato per qualche tempo ritenuto un farmaco superato, tuttavia per la sua azione battericida, esso θ tornato ad essere un farmaco di largo impiego nella terapia di associazione delle lesioni  ulcerose  associate  ad  infezione  da  Helicobacter pylori.  I composti di bismuto piω conosciuti ed attualmente in commercio ovunque sono il  subsalicilato di bismuto(BSS)  ed  il  subcitrato colloidale di bismuto (CBS nome commerciale DeNol).

Nel trattamento dell’ulcera duodenale il bismuto colloidale si θ rivelato di efficacia paragonabile a quella della ranitidina e superiore a quella della  cimetidina, in considerazione del fatto che c’θ una incidenza minore di recidive. Dopo la scoperta dell’H.pylori  come principale fattore scatenante nella maggior parte delle ulcere peptiche si puς affermare che l’efficacia del bismuto θ da imputare principalmente alla capacitΰ di eliminare questo microorganismo e di ridurre notevolmente le probabilitΰ di una recidiva.

Il farmaco θ complessivamente ben tollerato; gli effetti collaterali piω comuni  sono  cefalea,  stipsi,  diarrea  ed  eruzioni  cutanee.  L’uso prolungato o ad alti dosaggi del farmaco puς indurre nefropatia, manifestazioni a carico della mucosa del tubo digerente, ittero, astenia, dermatite esfoliativa, rush cutaneo ed altre manifestazioni neurologiche. Il bismuto colloidale puς indurre inoltre una forma di encefalopatia  strettamente  legata  alla  bismutemia.  Il  paziente dovrebbe  essere  avvertito  inoltre  che  il  farmaco  determina  una colorazione scura delle feci per la sua trasformazione nell’intestino in solfuro di bismuto.

Gli analoghi di sintesi delle prostaglandine (PGE1 e PGE2) hanno dimostrato  in vitro un’azione citoprotettiva e a dosi piω elevate, antisecretiva. Gli effetti collaterali della terapia con prostaglandine sintetiche riguardano soprattutto il tubo digerente e sono: diarrea, dolore  addominale,  crampi,  nausea  e  vomito.  Risulta  inoltre particolarmente elevato il potere abortigeno di questi farmaci tanto da

 

 

 

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sconsigliarne l’uso da parte di donne nell’etΰ fertile. Pertanto tali farmaci non sembrano essere delle valide alternative ai farmaci antisecretori.

 

 

3.2 Farmaci antisecretori

 

 

Sono la classe di farmaci piω utilizzata nel trattamento dell’ulcera peptica. Possono inibire almeno parzialmente, la secrezione gastrica acida, che rappresenta uno dei principali fattori patogenetici della malattia ulcerosa. I farmaci antisecretori possono essere suddivisi in:

 

 

ƒ   Antimuscarinici

ƒ   Antagonisti dei recettori H2

ƒ   Inibitori della pompa protonica.

 

 

Con l’avvento dei farmaci antagonisti dei recettori H2 θ cambiata radicalmente la maniera di gestire il paziente affetto da ulcera peptica sia per quel che riguarda l’approccio terapeutico, la qualitΰ di vita e la prognosi. Tra i farmaci di questa classe ritroviamo la cimetidina, la ranitidina e la famotidina.

Se volessimo paragonare l’azione di questi farmaci con quella degli antiacidi  θ  necessario  evidenziare  che  questi  ultimi  possono neutralizzare  l’acido solamente quando questo θ stato  giΰ secreto nello  stomaco,  gli  H2-antagonisti invece impediscono che venga secreto dimostrando quindi un meccanismo piω efficace.

La cimetidina θ il capostipite di questa classe    di    molecole    e    le    prime sperimentazioni nella terapia dell’ulcera duodenale  hanno  dimostrato  che  il farmaco   produceva   una   guarigione


dell’ulcera in circa l’85% dei casi trattati entro 8 settimane.


Fig. 6 - Cimetidina

 


La potenza antisecretoria gastrica e la percentuale di guarigione θ pressocchθ uguale anche per gli H2-antagonisti piω recenti, sebbene a dosaggi differenti; ad esempio, la cimetina a 800 mg, la ranitidina a

300 mg, la nizatidina a 300 mg e la famotidina a 40 mg una volta al giorno causano una diminuzione dose-dipendente dell’aciditΰ gastrica per 6-8 ore.

Nelle prime sperimentazioni con la cimetidina veniva consigliato ai pazienti di assumere il farmaco cinque volte al giorno, ma questa modalitΰ di somministrazione rendeva problematico ottenere una buona compliance  del paziente, contrariamente a quanto si verifica

 

 

 

 

 

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con la monosomministrazione serale proposta per i farmaci piω recenti.

Il secondo farmaco di questa classe θ la ranitidina. Dal confronto con la cimetidina in

termini di efficacia terapeutica θ possibile  evidenziare  come  la frequenza   di   guarigione   sia maggiore nei pazienti trattati con ranitidina   soprattutto   a   4


settimane (il 72-79 % contro il 64-

74 %) mentre a 8 settimane tale


Fig. 7 - Ranitidina

 

 


differenza θ meno evidente (85-98 % contro il 84-92 %).

La famotidina θ il piω potente degli H2-antagonisti,  dati  sperimentali dimostrano infatti che la velocitΰ e la durata d’azione della famotidina sono maggiori rispetto a quelle della


Fig. 8 Famotidina


ranitidina e della cimetidina.


 

 

L’efficacia di questo farmaco si evidenzia giΰ a dosi di 40 mg in unica somministrazione  serale  con  frequenze  di  guarigione  dell’ulcera duodenale superiore al 90% dei casi trattati.

La nizatidina e la roxatidina sono i farmaci H2-antagonisti  di  ultima  generazione    e presentano    frequenze    di    guarigione paragonabili a quelle della famotidina.

Risulta importante ricordare infine quali sono i principali effetti collaterali di questa classe di farmaci.  Per  la  cimetidina θ stato possibile


evidenziare una frequenza di effetti collaterali variabili tra il 2 e il 4%.


Fig. 9 - Nizatidina

 

 


I piω frequenti sono diarrea, nausea e vomito. Sono stati inoltre riportati casi di confusione mentale, sonnolenza e vertigini soprattutto in soggetti anziani o nei pazienti affetti da severe epatopatie o nei nefropatici.

Sono poi stati descritti casi di idiosincrasia a carico del sistema emopoietico, del cuore, del rene e del fegato, oltre agli effetti dose- dipendenti quali, la ginecomastia e l’impotenza descritte nello 0.2% dei pazienti trattati con dosi elevate di  cimetidina  e  per  periodi prolungati. Inoltre considerando il fatto che la cimetidina puς legarsi al citocromo epatico P-450 sono state riportate diverse interazioni con farmaci  metabolizzati  per  via  epatica  come  ad  esempio  le benzodiazepine, fenitoina, teofillina e warfarin.

 

 

 

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Per quanto riguarda invece la ranitidina,  famotidina  e  nizatidina risulta  inferiore  al  5%  l’incidenza  degli  effetti  collaterali. Principalmente sono rappresentati da vertigini e cefalea e solo rari fenomeni  di  tipo  idiosincrasico. Anche l’interferenza con il sistema farmaco-metabolizzante  P-450-dipendente  θ  di  scarsa  o  nulla rilevanza clinica.

Il medico allora considerato che i farmaci H2 -antagonisti hanno un’efficacia pressochι paragonabile  e un’incidenza di effetti collaterali in realtΰ molto bassa, sono portati a prescrivere la cimetidina con maggior frequenza dato che θ quello meno costoso. Perς per soggetti giovani con frequenti recidive e conseguente necessitΰ di terapia prolungata la possibilitΰ di avere perdita della libido e impotenza con

il trattamento con la cimetidina fa  cadere la scelta sulla ranitidina.

famotidina  e  nizatidina sono invece di terza scelta perchι sono di ultima generazione e quindi meno sperimentati rispetto agli altri.

 

 

I farmaci  Antimuscarinici   puri   (atropina, derivati ammonici quaternari della stessa atropina) danno la loro azione di inibizione della secrezione acida interferendo con l’azione del nervo vago. Possono ridurre fino al 50% la secrezione acida gastrica stimolata, ma sono numerosi gli effetti collaterali ad essi imputati. Sono stati introdotti in terapia allora dei nuovi farmaci come la  pirenzepina

(duogastral, Frazim, Gastrol…) e la telenzepina che risultano efficaci nel trattamento delle ulcere peptiche solo ad alti dosaggi che quindi presuppongono anche in questo caso una frequenza relativamente elevata  degli effetti collaterali (turbe dell’accomodazione, secchezza delle fauci). Questa classe di farmaci θ quindi da considerarsi di seconda scelta nella terapia dell’ulcera rispetto a quella degli inibitori della pompa protonica e degli antagonisti dei recettori H2.

 

 

Gli inibitori della pompa protonica  sono i farmaci piω innovativi nella  terapia  dell’ulcera  peptica.  Non  agiscono  su  un  recettore specifico ma sono in grado di interferire con il funzionamento della pompa protonica (H+/K+ ATPasi), il meccanismo post-recettoriale che sulla superficie delle cellule della mucosa gastrica θ responsabile della produzione di acido cloridrico. Quando la pompa protonica viene bloccata non vengono piω espulsi nello stomaco gli idrogenioni necessari a formare l’acido cloridrico.

L’azione antisecretiva degli inibitori della pompa protonica θ piω completa rispetto a quella dei farmaci H2-antagonisti, in quanto questi agiscono sull’istamina che θ solo uno dei tre meccanismi di stimolo della produzione di acido (gli altri sono la stimolazione della gastrina  e  del  nervo  vago).  Seguendo  una  terapia  con  gli  H2-

 

 

 

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antagonisti allora una certa quantitΰ di acido seppure inferiore alla norma potrΰ comunque passare nello stomaco.

L’omeprazolo (Antra, Antra 20, Losec, Mepral, Omeprazen) e gli altri farmaci inibitori della pompa protonica invece agendo sull’ultimo stadio di produzione di acido cloridrico sono in grado di


creare  un  ambiente  completamente privo di acido.


Fig.10 - Omeprazolo

 


Omeprazolo, Lansoprazolo (Lansox 15 e  Lansox  30,  Limpidex 15, Limpidex  30,  Zoton  15,  Zoton  30)  e  pentoprazolo  (Pantecta, Pantopan,Pantorc,  Pentazol)  sono  tra  questi  farmaci  i  piω rappresentativi  e  piω  studiati,  sono  derivati  benzimidazolici che assorbiti  nell’intestino  raggiungono  le  cellule  parietali  gastriche tramite il flusso sanguigno. Sono tutti

profarmaci che vengono attivati quando sono trasformati, in ambiente acido, nelle  relative  sulfenamidi.  Questa attivazione avviene solo a livello della cellula parietale dove si accumulano e


Fig. 11 - Lansoprazolo

 


agiscono reagendo con i gruppi –SH


della pompa protonica promovendone il blocco irreversibile.

Data  l’irreversibilitΰ  dell’inibizione,  la  secrezione  acida  riprende soltanto quando nuove pompe sono state risintetizzate. La durata d’azione  dell’omeprazolo e derivati non dipende quindi dalla loro emivita plasmatica (piuttosto breve: 60-90 minuti) ma dal tempo necessario alla sintesi di nuove pompe (24-48 ore).

Alla dose di 20 mg in monosomministrazione al mattino l’omeprazolo θ    in    grado    di    indurre    la

cicatrizzazione dell’ulcera duodenale nel 90-100% dei casi dopo solo 4 settimane   di   trattamento.   Nel trattamento  di  ulcera  gastrica  ed


esofagite da reflusso vengono invece di norma utilizzati dosaggi superiori.


Fig. 12 - Pentoprazolo

 

 


Rispetto  agli  H2 -antagonisti  l’omeprazolo  e  derivati  presentano innegabili vantaggi:

1) Elevata selettivitΰ d’azione che deriva da una localizzazione quasi esclusiva della pompa protonica nella mucosa gastrica e dalla necessitΰ di un ambiente fortemente acido per attivare i profarmaci

2) Inibizione della secrezione acida a prescindere dallo stimolo che la determina

 

 

 

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3) Maggiore efficacia sia in termini di risoluzione dei sintomi che di guarigione delle lesioni

4) Minore incidenza di effetti collaterali

 

 

L’Omeprazolo  rientra  anche  in  alcuni    schemi  di  terapia  per l’eradicazione dell’Helicobacter pylori . Nell’ambiente privo di acido che si ottiene dopo somministrazione dell’omeprazolo si crea un ambiente ostile per l’HP che migra dall’antro dello stomaco (in genere la zona piω acida) al corpo dove comunque rimane una piccola quantitΰ di acido e possono sopravvivere alcune colonie del batterio. Questa capacitΰ di ridurre il numero di HP nello stomaco θ stata sfruttata per eradicare il batterio associando l’omeprazolo all’amoxicillina.

Tra gli effetti collaterali riscontrati nella terapia a base di inibitori della  pompa  protonica  quelli  piω  comunemente  riscontrati  per l’omeprazolo ad esempio sono: eruzioni cutanee, nausea, vomito, vertigini,  cefalea,  dispepsia,  diarrea,  stipsi,  parestesie  e  dolori addominali.  Le  maggiori  perplessitΰ  sono  comunque  dovute  al paventato rischio neoplastico legato al blocco completo dell’aciditΰ gastrica.  Infatti  ci  sono  dati  sperimentali  che  suggeriscono  la possibilitΰ di sviluppo di neoplasie come conseguenza di una marcata ipergastrinemia indotta dal forte calo dell’aciditΰ.

Questa eventualitΰ sconsigliava quindi l’uso a lungo termine di questi farmaci. L’esperienza clinica perς sembra aver scongiurato questa possibilitΰ in quanto ad oggi non θ stato osservato un innalzamento significativo del rischio neoplastico. Il riscontro di un incremento della gastrinemia  durante la terapia θ da ritenersi una risposta fisiologica all’aumento del pH gastrico.

 

 

3.3 Terapia eradicante

 

 

L’infezione da Helicobacter pilory (HP) ha un ruolo determinante nella patogenesi  dell’ulcera  peptica  gastro-duodenale.  La  terapia  di eradicazione di questo batterio θ piuttosto complessa, non esiste a tuttoggi alcun antibiotico in grado di risolvere un infezione da HP in monoterapia. Questa incapacitΰ puς essere spiegata considerando l’anomalo comportamento del batterio quando infetta lo stomaco. Anzitutto quando l’Helicobacter pylori giunge nello stomaco non produce  un’infezione  acuta,  quindi  il  sistema  immunitario dell’ospite non risponde con la solita reazione febbrile. Chi θ infettato nella maggior parte dei casi non sa nemmeno di esserlo. Il batterio si annida nello stomaco e puς provocare una gastrite cronica il piω delle volte asintomatica. Solo quando si produce un’ulcera l’infezione si

 

 

 

 

 

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manifesta  e   dolore.  Tutto  questo  puς  verificarsi  dopo  anni dall’iniziale infezione oppure puς non succedere mai.

L’Helicobacter pylori θ in grado di sfuggire all’azione degli antibiotici e del sistema immunitario perchι vive appena sotto lo strato di muco gastrico, sulla superficie delle cellule mucipare, ma non al loro interno. In vitro molti antibiotici si sono dimostrati capaci di eliminare il batterio, in vivo invece pochissimi si sono dimostrati capaci di penetrare la barriera di muco in concentrazione efficace ad ucciderlo. Per questo motivo nelle prime sperimentazioni gran parte dei soggetti sottoposti a terapia anti-HP tornavano  a presentare fiorenti  colonie  di  batteri  nel  giro  di  un  mese  dalla  cosiddetta eradicazione.

Inoltre il batterio θ resistente a molti antibiotici, per cui fu subito chiaro che per garantirne l’eradicazione era necessario impiegare delle associazioni di farmaci.

Anche l’ambiente acido dello stomaco puς essere un ostacolo per l’attivitΰ degli antibiotici (ad esempio la penicillina viene inattivata dall’elevata aciditΰ dello stomaco), oltre al fatto che lo stomaco si svuota ogni 2 minuti e questo provoca un abbassamento della concentrazione del farmaco sotto i valori minimi efficaci.

Sono stati proposti allora alcuni schemi  posologici  che  prevedono l’associazione di piω farmaci (2, 3 o 4), quello che sembra piω efficace θ lo schema a tre farmaci :  bismuto  colloidale (480 mg/die) + metronidazolo (750 – 1500 mg/die) + tetracicline (1-2 g/die) che produce l’eradicazione del batterio nell’80-90% dei casi.

L’ostacolo maggiore per il buon esito di questa terapia θ la scarsa compliance per il paziente. In effetti  il  paziente  potrebbe  dimenticare  di prendere la terapia giornaliera, che purtroppo


consiste  in  un  numero  piuttosto  elevato  di pillole, e in questo modo rendere inefficace la


Fig. 13 - Metronidazolo

 


terapia  oltre  che  compromettere  anche  terapie   antibiotiche alternative, perchι potrebbero insorgere resistenze agli antibiotici. Altro problema puς essere poi quello collegato agli effetti collaterali che possono scaturire in percentuale piuttosto alta considerata l’associazione di piω farmaci.

Θ comunque importante cercare di raggiungere l’obbiettivo della eradicazione del batterio perchι in questo modo viene scongiurato anche il rischio di eventuali recidive.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

28


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I rimedi erboristici utili nel trattamento

delle piω comuni patologie a carico

del tratto gastro-intestinale


4.1 STRATEGIA FITOTERAPICA PER LE PIΩ FREQUENTI MALATTIE DELLO STOMACO

 

 

Nel trattamento delle malattie gastrointestinali la fitoterapia riveste una importanza certamente non trascurabile. Θ possibile ottenere una guarigione perfetta in alcune di queste patologie con la semplice terapia erboristica, affiancata a buone norme igieniche e dietetiche, che sono sempre indispensabili. Si ottengono ottimi risultati con le tisane, ma possono usarsi convenientemente anche miscele di estratti idroalcolici, oli essenziali e polveri di piante. Piω che in altre patologie l’uso delle tisane si θ mantenuto costante per secoli nella medicina popolare.

Come evidenzieremo negli schemi fitoterapici presentati qui di seguito per le patologie acute non infettive dello stomaco si punta talvolta a un’azione immediata, cioθ ad un trattamento sintomatico. Altre volte si deve correggere l’alterazione di quella successione cronologica armoniosa delle secrezioni gastriche, duodenali, biliari, pancreatiche con   piante   aperitive,  digestive,  antispasmodiche,   coleretiche, colagoghe ecc…

Nelle malattie dello stomaco hanno inoltre un’incidenza piuttosto rilevante le numerose condizioni spastiche come i crampi e le coliche gastriche.

Nelle patologie croniche dello stomaco si punta ad ottenere:

 

 

-    Un’attivazione di secrezione e di formazione di acido nello stomaco in caso di acloridria, inappetenza ecc…;

-    Una protezione della mucosa infiammata (gastrite, ulcera peptica ecc..);

-    Un’azione  carminativa e antispasmodica (dispepsia, eruttazioni ecc…).

 

 

 

 

 

Acloridria

 

 

Disturbo secretivo della mucosa gastrica che determina la mancanza

(achilia) o scarsezza (acloridria) di acido cloridrico nel succo gastrico, compromettendo i processi digestivi. Puς essere associato a ulcera gastrica, anemia perniciosa, insufficienza corticosurrenalica, gastrite cronica.

 

 

 

 

 

 

 

30


Trattamenti utili:

 

 

   Genziana estratto idroalcolico:  40  gocce  in  poca  acqua  da

assumere  15 minuti prima dei pasti principali.

 

 

oppure:

 

 

   Curcuma estratto idroalcolico + Zenzero estratto idralcolico: Si

uniscono 20 gocce di Curcuma e. i. e 30 gocce di Zenzero e. i. a poca acqua e si assumono 10 minuti prima dei pasti principali.

 

 

oppure:

 

 

   Genziana estratto idralcolico + Zenzero estratto idralcolico: A

20 gocce di Genziana e. i. si uniscono 20 gocce di Zenzero e. i. e poca acqua, si assume 10 minuti prima dei pasti principali.

 

 

oppure:

 

 

   Infusi con piante: al 3% in acqua per 15 minuti; bere 1 tazza da tθ

prima dei pasti principali.

 

 

Centaurea sommitΰ               30% Carciofo foglie                        40% Menta piperita foglie             15% Anice verde semi                   15%

 

 

oppure:

 

 

Rosmarino foglie                    40% Centaurea sommitΰ               40% Limone scorze                       20%

 

 

oppure:

 

 

Cardo santo sommitΰ            30% Trifoglio fibrino parte aerea  40% Arancio amaro scorze            15% Carvi frutti                             15%

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

31


oppure:

 

 

   Decotto con piante: al 3% in acqua, per 10 min.; 1 tazza prima

dei pasti.

 

 

Marrubio sommitΰ                 20% Centaurea sommitΰ               20% Carciofo foglie                        20% Menta foglie                           20% Liquirizia radice                    20%

 

 

 

 

oppure:

 

 

Carciofo foglie;     decotto al 3% per 5 min., 1 tazzina

10-15 min. prima dei pasti principali.

 

 

 

 

Consigli:

 

 

   Molto  importante  θ  seguire  un’alimentazione  adeguata,  sono sconsigliati  legumi,  funghi, crostacei, molluschi e tutti i prodotti affumicati, carni bollite, frutta cruda.

 

 

   Si consiglia l’uso moderato di latte e di pane.

 

 

   I cibi devono essere poco voluminosi e saporiti, meglio se ben tritati o addirittura passati.

 

 

   Sono  raccomandati  i  cibi  contenenti  vitamina  A  che  agisce favorevolmente sulla secrezione del succo gastrico.

 

 

 

 

Aerogastria

 

 

Questo disturbo θ causato dall’aria deglutita o che raggiunge lo stomaco assieme al bolo alimentare e viene trattenuta ed accumulata nella regione del fondo dello stomaco. La bolla d’aria che si forma provoca  la  distensione  delle  pareti  gastriche  ed  θ  solitamente accompagnata da dolore gastrico, singhiozzo, palpitazioni e senso di difficoltΰ respiratoria, soprattutto dopo i pasti.

 

 

 

 

 

 

32


Trattamenti utili:

 

 

   Menta piperita olio essenziale + Limone scorze olio essenziale:

3 gocce di menta piperita O.E. e 3 gocce di limone scorze O.E. in pochissima acqua subito dopo i pasti principali.

 

 

oppure:

 

 

   Ginepro bacche olio essenziale: 3 gocce in pochissima acqua da

assumere dopo i pasti principali.

 

 

oppure:

 

 

   Maggiorana olio essenziale: 3 gocce in pochissima acqua da

assumere dopo i pasti principali.

 

 

oppure:

 

 

   Ficus carica gemmo derivato + Boldo estratto idroalcolico: a 35

gocce di Ficus carica MG si aggiungono 30 gocce di  Boldo estr. idral. e poca acqua. Si assume 2 volte al giorno subito dopo i pasti.

 

 

oppure:

 

 

   Trattamento fito-gemmo-oligoterapico: 60 gocce in poca acqua 2

volte al giorno subito dopo i pasti,  del preparato cosμ formulato:

 

 

Genziana estratto idroalcolico     10% Achillea estratto idroalcolico       10% Menta estratto idroalcolico          15% Melissa estratto idroalcolico        15% Ginepro estratto idroalcolico       15% Angelica estratto idroalcolico      15% Ficus carica gemmoderivato       10% Rosmarinus off. gemmoderivato 10%

 

 

 

 

oppure:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

33


   Infuso di piante: al 3% in acqua, per 15 minuti; bere 1 tazza dopo

i pasti.

 

 

Menta foglie                                40% Camomilla fiori                          20% Carvi frutti                                 20% Coriandolo frutti                        20%

 

 

oppure

 

 

Salvia foglie                                20% Menta foglie                                20% Arancio amaro scorze                 20% Limone scorze                            20% Finocchio semi                           20%

 

 

oppure

 

 

Anice verde fiori                         20% Finocchio semi                           20% Carvi frutti                                 20% Coriandolo frutti                        20% Angelica radice                           20%

 

 

oppure

 

 

Verbena odorosa foglie               30% Menta dolce foglie                      30% Salvia foglie                                10% Limone scorze                            15% Melissa foglie                              15%

 

 

Consigli:

 

 

   Occorre mangiare lentamente, tranquillamente masticando molto bene, evitando di ingerire grossi quantitativi di aria.

 

 

   Sono da evitare cibi troppo acidi come succhi di frutta e di verdure acide ( es. pomodoro ecc..) aceto, brodo di carne concentrato, salse piccanti, fritture.

 

 

   Mangiare anche poco pane e possibilmente abolire il fumo.

 

 

 

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Atonia gastrica

 

 

Patologia  caratterizzata  dalla  perdita  del  tono  muscolare  dello stomaco con riduzione della contrattilitΰ e funzionalitΰ delle pareti dello stesso. Ne consegue un difficoltoso passaggio del cibo oltre lo stomaco. Θ secondario a diverse malattie.

 

 

Trattamenti utili:

 

 

   Genziana estratto idroalcolico: 40 gocce in poca acqua 15 minuti

prima dei pasti principali.

 

 

oppure:

 

 

   Carciofo estratto idroalcolico: 40 gocce in poca acqua 15 minuti

prima dei pasti principali.

 

 

oppure:

 

 

   Infusi di piante: al 3% per 15 minuti; 1  tazza  prima  dei  pasti

principali.

 

 

Camomilla fiori                          30% Verbena odorosa foglie               30% Salvia foglie                                10% Centaurea sommitΰ                    20% Menta piperita foglie                  10%

 

 

oppure:


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

oppure:


 

Rosmarino foglie                        30% Ginepro bacche                          20% Salvia foglie                                10% Maggiorana foglie                       10% Centaurea sommitΰ                    15% Timo serpillo sommitΰ               15%

 

 


 

 

Assenzio romano som. fiorite     50% Camomilla fiori                          20% Maggiorana foglie                       15% Anice verde semi                        15%

 

 

 

 

35


oppure:

 

 

   Decotto con piante: al 3% in acqua, per 5 minuti; 1 tazzina prima

dei pasti principali.

 

 

Genziana radice                         20% Marrubio sommitΰ                      15% Ginepro bacche                          20% Liquirizia radice                         25% Angelica radice                           20%

 

 

 

 

Consigli:

 

 

   I pasti debbono essere leggeri e frequenti, e i cibi molto digeribili.

 

 

   La masticazione deve essere lenta e accurata.

 

 

   Ai pasti si dovrebbe bere il meno possibile.

 

 

   Non si dovrebbero consumare tθ e caffθ.

 

 

   Evitare farinacei e alimenti che producono eccessiva fermentazione oltre a cibi grassi, bevande gassate e alcolici ad alta gradazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Colica gastrica

 

 

Spasmo  accompagnato  da  sensazione  dolorosa  localizzata  nello stomaco, spesso conseguenza di un’ulcera gastrica. In alcuni casi l’affezione ha origine da processi infiammatori o irritativi, in altri casi deriva da spasmi nervosi.

 

 

Trattamenti utili:

 

 

 

 

   Condurango estratto idroalcolico: 40 gocce in poca acqua prima

dei pasti principali e fuori dai pasti al bisogno.

 

 

oppure:

 

 

   Menta  piperita  olio  essenziale  +  Camomilla  romana  olio

essenziale + Maggiorana olio essenziale: In poca acqua (mezza

tazzina da caffθ), meglio se tiepida, si aggiungono 3 gocce di Menta OE, 2 gocce di Camomilla romana OE e 2 gocce di Maggiorana OE. Si assume generalmente dopo i pasti ma anche al bisogno piω volte nell’arco della giornata.

 

 

oppure:

 

 

   Infuso di piante: al 3% in acqua per 15 minuti; 1 tazza prima dei

pasti principali e fuori pasto al bisogno.

 

 

Camomilla fiori                          20% Passiflora sommitΰ                     20% Achillea millefoglie fiori             20% Maggiorana foglie                       20% Menta foglie                                20%

 

 

oppure:

 

 

   Decotto di piante: al 3% in acqua per 5 minuti prima dei pasti

principali e al bisogno anche fuori pasto.

 

 

Condurango corteccia                 100%

 

 

 

 

 

 

 

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Trattamento fitoterapico complementare :

 

 

   Ficus carica gemmoderivato: 35 gocce in poca acqua 2 volte al giorno lontano dai pasti associandolo ad uno dei rimedi elencati sopra.

 

 

 

 

Consigli:

 

 

   Per non iperstimolare il sistema gastrico, θ preferibile consumare pasti piccoli e frequenti.

 

 

   Sarebbero  da  evitare  caffθ,  alcolici,  cibi  che  stimolano  la produzione di gas come fagioli, piselli, lenticchie, cavolo, cipolle ecc..).

 

 

   Fare una moderata, ma costante attivitΰ fisica.

 

 

   Evitare situazioni di stress.

 

 

 

 

 

 

 

Dispepsia

 

 

Termine abbastanza generico che sta ad indicare una alterazione della funzione  digestiva  gastrica  o  intestinale,  con  una  conseguente difficoltΰ a digerire.

I sintomi di solito compaiono subito dopo i pasti e includono bruciore di stomaco, dolore addominale, pesantezza di stomaco, nausea e in alcuni casi anche vomito.

La tipica sensazione di bruciore sulla parte superiore dell’addome puς essere il risultato di un pasto consumato troppo rapidamente o troppo ricco di cibi grassi e speziati che non sono digeriti facilmente.

La dispepsia puς essere spesso espressione somatica di conflitti emozionali: i sintomi dispeptici possono essere correlati con periodi di tensione emotiva della vita del paziente (cambiamenti  di abitudini, eventi stressanti) e sono frequenti in individui con stati conflittuali di base e con particolari tratti della personalitΰ (V. Cap.2.1).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Trattamenti utili:

 

 

   Genziana estratto idroalcolico: 40 gocce in poca acqua (mezza

tazzina da caffθ) 15 minuti prima dei pasti principali.

 

 

oppure:

 

 

   Menta piperita  estratto  idroalcolico: 30 gocce in poca acqua

subito dopo il pasto.

 

 

oppure:

 

 

   Trattamento fito-gemmo oligoterapico: 60 gocce in poca acqua 2

volte al giorno subito dopo i pasti; al bisogno altre 30 gocce in poca acqua a metΰ pomeriggio e alla sera, del preparato cosμ formulato:

 

 

Genziana estratto idroalcolico     10% Achillea estratto idroalcolico       10% Menta estratto idroalcolico          15% Melissa estratto idroalcolico        15% Ginepro estratto idroalcolico       15% Angelica estratto idroalcolico      15% Ficus carica gemmoderivato       10% Rosmarinus off. gemmoderivato 10%

 

 

oppure:

 

 

   Infuso di piante: al 3% in acqua per 15 minuti;  1 tazzina da tθ

dopo i pasti principali:

 

 

Marrubio sommitΰ                      40% Genziana radice                         30% Menta piperita foglie                  30%

 

 

oppure

 

 

Centaurea sommitΰ                    30% Maggiorana foglie                       20% Menta piperita foglie                  30% Finocchio semi                           20%

 

 

oppure

 

 

 

 

 

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Luppolo infiorescenze femminili  40% Boldo foglie                                30% Menta piperita foglie                  15% Carvi semi                                  15%

 

 

 

 

Consigli:

 

 

   Molto importante scegliere con cura gli alimenti da consumare o meno per alleviare i sintomi dispeptici: comunque la dieta non deve essere troppo rigorosa. Sono da evitare alimenti fritti, grassi, spuntini  fuori  pasto  e  gli  alimenti reputati, volta per volta dal soggetto, veramente non digeribili.

 

 

   Per non irritare le pareti dello stomaco, non ingerire cibi troppo freddi o troppo caldi.

 

 

   Masticare il cibo a sufficienza, evitando di inghiottire i bocconi velocemente.

 

 

   Importante per migliorare il processo digestivo θ un esercizio fisico moderato ma costante, come ad esempio abituarsi a fare delle camminate giornaliere di buon passo.

 

 

   Limitarsi nel consumo di alcool, caffθ e sigarette.

 

 

 

 

 

Gastrite acuta e cronica

 

 

Infiammazione della mucosa gastrica, la tonica piω interna della parete dello stomaco. Disturbo molto comune, si manifesta in seguito all’irritazione provocata sulla mucosa gastrica da diverse sostanze quali  alimenti,  microrganismi,  farmaci,  alcool,  prodotti  acidi  o caustici. Situazioni di stress o altre malattie ne possono favorire la comparsa o aggravarla.

La sintomatologia comprende, malessere, senso di pesantezza alla regione epigastrica, bruciori, rigurgito, vomito, mal di testa. La gastrite puς presentarsi in modo acuto (1-2 settimane) o in forma cronica, persistendo per mesi o anni; puς anche evolversi in ulcera peptica (V. Cap. 2.2).

 

 

 

 

 

 

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Trattamenti utili:

 

 

   Preparati   (sciroppo)   a   base   di   estratti   di   piante

antiinfiammatorie, emollienti e rinfrescanti quali: Bupleurum

falcatum, Camomilla, Piantaggine e Spirea ulmaria, da assumere a cucchiai prima dei pasti principali  e al bisogno anche piω volte durante l’arco della giornata.

 

 

oppure:

 

 

   Ficus  carica  gemmoderivato:  70  gocce  in  poca  acqua  da

assumere al mattino a digiuno in associazione a:

Ribes  nigrum  gemmoderivato:  70  gocce  in  poca  acqua  da

assumere nel primo pomeriggio.

 

 

oppure:

 

 

   Estratti per macerazione a freddo di piante:

 

 

Altea radice all’8%. In acqua fredda si fanno macerare le radici per almeno 4 ore, quindi si filtra e si beve 1 tazzina da tθ dell’estratto piω volte al giorno secondo il bisogno.

 

 

oppure

 

 

Lino semi: al 5 %. In acqua fredda si fanno macerare per almeno 4 ore i semi di lino, si procede poi a separarli dall’estratto e se ne beve 1 tazza da tθ piω volte al giorno al bisogno.

 

 

oppure:

 

 

   Infusi di piante: al 3% in acqua per 15 minuti; 1 tazzina da piω

volte al giorno al bisogno.

 

 

 

Spirea sommitΰ fiorita       30% Camomilla fiori                 30% Piantaggine foglie             30% Menta piperita foglie        10%

 

 

 

 

 

 

 

 

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oppure

 

 

Melissa foglie                    30% Camomilla fiori                 40% Menta piperita foglie        30%

 

 

oppure

 

 

Iperico sommitΰ fiorite      40% Achillea fiori                     30% Camomilla fiori                 30%

 

 

oppure:

 

 

   Decotti con piante: al 5% in acqua, bollire per 10 minuti, quindi

si lascia in infusione e poi si filtra ancora tiepido. Si beve una tazzina da tθ anche piω volte al giorno secondo bisogno.

 

 

Malva foglie e fiori             40% Fieno greco semi              40% Liquirizia radice                20%

 

 

oppure:

 

 

   Decotto: al 3% in acqua, 10 minuti; 1 tazzina da anche piω volte al giorno secondo bisogno.

 

 

Condurango corteccia       60%

Liquirizia radice                40%

 

 

oppure:

 

 

   Decotto:   al  10%  fare  bollire  per  30  minuti  quindi  lasciare raffreddare. Filtrare ancora tiepido. Bere una tazzina da al bisogno anche piω volte nell’arco della giornata.

 

 

Orzo mondo semi             40% Riso semi                          30% Fieno greco semi              30%

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Consigli:

 

 

   Mangiare poco e spesso per limitare la secrezione degli acidi gastrici.

 

 

   Il consiglio ricorrente di consumare latte nella maggior parte dei casi non deve considerarsi positivo in quanto anche se inizialmente allevia  i  sintomi  della  gastrite,  col  tempo  determina  un peggioramento: i grassi, le proteine ed il calcio che lo compongono stimolano infatti la secrezione acida dello stomaco.

 

 

   Evitare fumo caffθ, tθ, bibite contenenti caffeina o gassate, alcolici e cibi grassi o fritti.

 

 

   Non assumere farmaci a base  di  ac.  acetilsalicilico  e  similari

(FANS),  poichι  possono  causare  sanguinamento  gastrico,  per azione del blocco delle prostaglandine.

 

 

   Evitare stati di tensione e stress.

 

 

   L’uso di spezie ed erbe aromatiche non θ da sconsigliare, in quanto la reazione gastrica ad esse θ individuale; ciascuno dovrebbe, in base alla propria esperienza, eliminare quelle che acutizzano i sintomi gastrici. Θ importante evitare la dieta “in bianco”.

 

 

   Nel caso di attacco acuto, θ meglio evitare tutti gli alimenti e adottare una dieta idrica per 24-48 ore. In seguito si possono cominciare ad assumere alimenti come riso bollito, pane, mele e banane. Una volta superata la fase acuta θ opportuno continuare a mangiare con moderazione alcuni alimenti che possono irritare la mucosa gastrica: agrumi, pomodori, frutta secca, alcool.

 

 

 

 

 

Gonfiore di stomaco

 

 

Senso di oppressione e pesantezza che puς diventare particolarmente fastidioso soprattutto subito dopo i pasti e che si produce in seguito alla dilatazione delle pareti dello stomaco. V. Dispepsia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Imbarazzo di Stomaco

 

 

Fastidio causato da indigestione o da ingestione di cibi guasti, con necessitΰ  di  un  immediato  svuotamento dello stomaco. In questo caso si consiglia l’uso di preparati ad azione emetica. V. Dispepsia.

 

 

Indigestione

 

 

Digestione incompleta o imperfetta che di solito si accompagna a dolore,  nausea,  vomito,  bruciore  di  stomaco,  rigurgito  acido  e meteorismo. V. Dispepsia.

 

 

Rigurgiti acidi

 

 

Risalita all’indietro dallo stomaco di solidi o di liquidi (succo gastrico)

attraverso la bocca. V. Dispepsia.

 

 

Sonnolenza post-prandiale

 

 

Caratteristico disturbo dei soggetti che presentano una digestione piuttosto difficoltosa.

 

 

Trattamenti utili:

 

 

 

 

   Genziana estratto idroalcolico:  40  gocce  in  poca  acqua  da

assumere dopo i pasti principali.

 

 

oppure:

 

 

   Curcuma estratto  idroalcolico:  40  gocce  in  poca  acqua  da

assumere dopo i pasti principali.

 

 

oppure:

 

 

Carciofo  estratto  idroalcolico:  40  gocce  in  poca  acqua  da

assumere dopo i pasti principali.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Ulcera peptica

 

 

 

L’ulcera  peptica  θ  una  lesione  di  tipo  erosivo  che  si  produce generalmente  nella  membrana  mucosa  del  tratto  terminale dell’esofago, della piccola curvatura dello stomaco, del duodeno. Il sintomo piω caratteristico θ il dolore, che θ localizzato normalmente all’epigastrio e si presenta con periodicitΰ e ritmo caratteristico, manifestandosi solitamente circa tre ore dopo il pasto. Non compare quasi mai al mattino prima di colazione puς invece presentarsi durante la notte.

L’assunzione di cibo e alcali θ di solito in grado di alleviare il dolore. Gli eccessi dolorifici sono limitati a minuti piω che ad ore e possono durare giorni o mesi, seguiti da lunghi periodi asintomatici. Altri sintomi  comprendono  dispepsia,  pirosi  esofagea  e/o  gastrica, eruttazione acida, nausea, vomito e anoressia. In alcuni casi l’ulcera peptica puς essere asintomatica e l’esordio puς   essere costituito da emorragia o perforazione.

L’ulcera peptica si produce in seguito all’effetto corrosivo del succo gastrico, quando questo viene a contatto con la mucosa gastrica o duodenale. Questa condizione si verifica quando  viene turbato il sistema che regola l’equilibrio tra digestione e protezione gastrica.

(V. cap. 2.3).

 

 

 

 

Trattamenti utili:

 

 

   Preparati   (sciroppo)   a   base   di   estratti   di   piante

antiinfiammatorie,  antisecretive  e  cicatrizzanti  quali:

Bupleurum falcatum, Camomilla, Piantaggine, Liquirizia e Spirea ulmaria, da assumere a cucchiai prima dei pasti principali  e al bisogno anche piω volte durante l’arco della giornata.

 

 

oppure:

 

 

   Infuso di piante  : al 3% per 15 minuti; 3-4 tazzine da da

assumere durante l’arco della giornata lontana dai pasti.

 

 

 

 

Camomilla fiori                100%

 

 

oppure:

 

 

 

 

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Iperico sommitΰ                40% Achillea fiori                     30% Camomilla fiori                 30%

 

 

oppure:

 

 

   Decotto con piante: al 3% in acqua, far bollire per 10 minuti.

Lasciare in infusione, filtrare ancora tiepido e bere 4 tazzine da tθ al giorno lontano dai pasti.

 

 

Liquirizia radice                60%

Piantaggine foglie             40%

 

 

Trattamento fitoterapico complementare:

 

 

   Succo di patata cruda: 1 tazzina da caffθ 4-5 volte al giorno. Da

associare ad uno dei rimedi sopra elencati.

 

 

oppure:

 

 

   Succo di cavolo: da 2 a 4 mezzi bicchieri al giorno lontano dai

pasti. Da associare ad uno dei rimedi sopra elencati.

 

 

oppure:

 

 

   Ficus carica gemmoderivato: 70 gocce a metΰ mattina in poca

acqua.

In associazione con:

Manganese – Cobalto: 1 dose al mattino a digiuno a giorni alterni.

    Da associare ad uno dei rimedi sopra elencati.

 

 

oppure:

 

 

   Argilla: mezzo cucchiaino da caffθ in mezzo bicchiere d’acqua

mezz’ora prima dei pasti principali.

    L’argilla θ controindicata nei casi di stipsi ostinata.

    Da associare ad uno dei rimedi sopra elencati.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Consigli:

 

 

   In questo caso sono consigliati pasti piccoli e frequenti. La cosa meno indicata per il paziente di ulcera θ rimanere con la fame.

 

 

   Occorre masticare lentamente e a lungo.

 

 

   La dieta bianca, che un tempo veniva consigliata ai malati di ulcera, sembra essere in realtΰ da sconsigliare. I pazienti affetti da questa patologia hanno invece bisogno di mangiare cibi quanto piω possibile variati, cercando di scegliere quelli ricchi di vitamina C e vitamina E (frutta, cereali e verdure poco cotte).

 

 

   Sono sconsigliati cibi o troppo freddi o troppo caldi.

 

 

   Diminuire  drasticamente  il  consumo  di  caffθ,  alcolici  e possibilmente eliminare il fumo di sigaretta.

 

 

   Non assumere farmaci a base  di  ac.  acetilsalicilico  e  similari

(FANS),  poichι  possono  causare  sanguinamento  gastrico,  per azione del blocco delle prostaglandine.

 

 

   Evitare situazioni di tensione e di stress.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Monografie delle piante medicinali piω

importanti nella terapia dell’ulcera peptica


Bupleurum

( Bupleurum falcatum L.)

 

 

 

 

 

Il Bupleurum θ una pianta perenne che cresce  principalmente  nel  Nord  della Cina, ma viene coltivata anche in altre aree. La pianta si sviluppa fino ad 1 metro in altezza e abbisogna di molto sole  per  poter  fiorire.  Le  foglie  sono alterne, sessili, ampiamente lineari o lanceolate. Nella medicina tradizionale Cinese vengono utilizzate alcune specie di   bupleurum,  principalmente  il  B. falcatum   L.,   B.  chinense    DC  e  B. scorzonerifolium Willd.   La   droga   θ costituita  dalle  radici  che  possono differire   per   dimensioni,   colore   e consistenza a seconda della specie.

 

 

 

Componenti chimici:

 

 

-    Saponine a struttura triterpenica: (le cosiddette saikosaponine a, b1-b4, c, d, e ed f) e saikogenine. Il cui contenuto θ alto soprattutto nel B. falcatum.

-    Fitosteroli: stigmasterolo, (-spinasterolo, ecc.. )

-    Polisaccaridi: simili a pectine (bupleurani)

-    Polieni: saikosiine a, b e c.

 

 

Attivitΰ farmacologia:

 

 

-    Attivitΰ antinfiammatoria:  studi in vivo hanno dimostrato che le

saikosaponine   a   e   d   sono   i   principi   attivi   con   attivitΰ antiinfiammatoria,  l’efficacia  nell’attivitΰ  antiinfiammatoria    θ paragonabile a quella del prednisolone;

 

 

 

 

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Fig. 14 Formule di struttura delle saponine triterpeniche

 

 

-    Attivitΰ antiulcera: questa azione θ prodotta da un consolidamento

della barriera mucosa protettiva e ad un’azione antisecretiva nei confronti di acido e pepsina. L’efficacia degli estratti di bupleurum θ comparabile a quella del  sucralfato. Per cromatografia a scambio anionico  θ  stato  evidenziato  che  θ  la  frazione  polisaccaridica, buplerano 2IIc, molto simile alla pectina, costituita prevalentemente da acido galatturonico con piccole porzioni di arabinosio, ramnosio e galattosio, ad avere la piω spiccata attivitΰ antiulcera. L’effetto antiulcera θ dovuto anche all’attivitΰ di scavenger dei radicali liberi ossidrilici del bupleurano 2IIc. I radicali liberi derivanti dall’ossigeno possono infatti contribuire alla formazione di lesioni a livello della mucosa gastrica e gli enzimi superossido-dismutasi e catalasi,  e  la loro combinazione, riducono la formazione di lesioni gastriche nei topi.

-    Attivitΰ epatoprotettiva:   dati  sperimentali  dimostrano  che  le

saikosaponine grezze di B. falcatum normalizzano le funzioni del fegato avendo un effetto protettivo anche nei confronti della tossicitΰ epatica indotta da CCl4. Le saikosaponine aumentano la sintesi delle proteine epatiche in vivo ed in vitro.

 

 

 

 

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-    Attivitΰ regolatrice del sistema immunitario: studi in vitro hanno

dimostrato che un estratto acquoso delle radici di B. falcatum θ in grado  di  aumentare  la  risposta  anticorpale  e  di  controllare  la funzionalitΰ della risposta dei linfociti T.

-    Attivitΰ  antipiretica  e  analgesica:  alcuni  studi  in  vivo  hanno

confermato per il bupleurum effetti ipotermici e antipiretici quando venga somministrata per via orale l’estratto acquoso della radice. Anche  questa  attivitΰ  θ  imputabile  alle  saikosaponine  che  si dimostrano in vivo attive anche come analgesici.

 

 

 

 

Indicazioni terapeutiche:

 

 

-    Nella medicina popolare cinese viene indicato l’uso per il trattamento di gastriti, ulcere gastro-duodenali ed altre patologie dispeptiche gastrointestinali in cui il bupleurum fa diminuire l’acido gastrico  e la secrezione di pepsina ed avere effetti protettivi della mucosa.

-    Trattamento del raffreddore, delle affezioni alle prime vie aeree, tosse, febbre, nelle quali le saikosaponine agiscono stimolando le difese immunitarie

-    Epatiti croniche

 

 

Controindicazioni : Non sono note.

 

 

Effetti collaterali: In persone sensibili o a dosi elevate puς indurre

leggera stanchezza, perdita di appetito e causare flatulenza.

 

 

Avvertenze:  Non  sono  disponibili  dati  a  riguardo  dell’uso  del

bupleurum in gravidanza ed allattamento, in via precauzionale se ne sconsiglia quindi l’uso.

 

 

Posologia: generalmente, dosi di 3-9 g al giorno di radice secca o dose di

preparati equivalenti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Camomilla

( Matricaria recutita L.) Pianta erbacea annuale, θ originaria dell’Europa sud  orientale  e  dell’Asia  occidentale,  cresce spontanea nei campi incolti. Fiorisce, secondo le regioni, da Maggio ad Agosto fino ad Ottobre.

In  Germania,  la  camomilla  θ  una  delle  piω importanti  piante  medicinali  ottenute  per coltivazione.  La  droga  θ  rappresentata  dai capolini. Appartiene al genere delle Asteraceae.

Il suo nome deriva dalle parole greche “chamos” cioθ piccolo, umile, a terra e “melos” cioθ mela che si riferiscono all’habitat della pianta e al fatto che alcune specie emanano un odore che somiglia a quello delle mele.

Conosciuta da sempre come pianta ad attivitΰ antispasmodica  particolarmente  indicata  per sedare  manifestazioni  dolorose,  dalla  colica intestinale alla dismenorrea, possiede indubbie

proprietΰ  antiinfiammatorie,  cicatrizzanti  ed  ulceroprotettive, antibatteriche e, naturalmente spasmolitiche.

La Commissione E del Ministero della Sanitΰ tedesco ha approvato  l’uso interno per la camomilla  nel trattamento degli spasmi e dei processi infiammatori a carico del tratto gastro-intestinale. Ne raccomanda l’uso esterno nelle infiammazioni della pelle e delle mucose come ad esempio le infezioni batteriche della pelle, insieme a quelle della cavitΰ orale e delle gengive. Inoltre θ stato anche approvato l’uso nelle infiammazioni ed irritazioni del tratto respiratorio (inalazioni) e per le infiammazioni ano-genitali (bagni e irrigazioni).

 

 

Componenti attivi:

 

 

-    Flavonoidi (superiore all’8%) che includono  apigenina  e  luteolina, numerosi flavoni e flavonoli metossilati

-    Olio essenziale (0.4-2% non meno di 4 mg/Kg secondo la FU IX)

 

 

 

 

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contenente (-bisabololo, bisabolone ossido, ossido di bisabololo A, B e

C, e camazulene

-    Lattoni sesquiterpenici:matricina, matricarina, desacetilmatricarina

-    Cumarine: umbelliferone ed erniarina

-    Acidi  fenolici: sono presenti in piccola quantitΰ sui capolini e comprendono ac. caffeico, ac. anisico e vanillico.

-    Polisaccaridi:  sono  state  identificate  tre  frazioni  idro-solubili polisaccaridiche  contenenti  un  polisaccaride  fruttano  del  tipo dell’inulina, alcune pectine del tipo del ramnogalatturano e il 4-O- glucuronossilano.

 

 

 

 

Attivitΰ farmacologica:

 

 

Come  giΰ  evidenziato  le  principali  attivitΰ  farmacologiche  della camomilla sono:

-    Attivitΰ  antiinfiammatoria  (antiflogistica):  a  livello  topico  θ  da

attribuire soprattutto al contenuto in flavonoidi ed in particolare all’apigenina-7-glucoside, che θ il piω abbondante dei flavonoidi della camomilla. Insieme alla luteolina, oltre ad inibire i fenomeni vascolari legati all’infiammazione, blocca in maniera significativa anche la componente cellulare dell’evento flogistico, cioθ l’infiltrazione dei leucociti proinfiammatori nei tessuti infiammati.

-    Attivitΰ spasmolitica: Per l’olio essenziale di camomilla e gli ossidi di

bisabololo A e B θ stata dimostrata un’attivitΰ spasmolitica sulla muscolatura liscia dose-dipendente, simile a quella della papaverina.

-    Attivitΰ carminativa: come le altre piante carminative la camomilla θ

in grado di ridurre i gas intestinali. Questo effetto carminativo verosimilmente ha una correlazione con l’azione antispasmodica. Importanti sono inoltre le proprietΰ aromatiche ed amaricanti della pianta in grado di facilitare i processi digestivi.

-    Attivitΰ antiulcera: la camomilla agisce sulle cause del dolore cioθ sul

processo infiammatorio. Poichι viene favorita anche la guarigione di formazioni ulcerose, la camomilla risulta un efficace rimedio per l’ulcera gastrica. Isaac e coll. hanno dimostrato che (a)-bisabololo possiede un’evidente azione antiulcerogena che si fonda su un’azione

 

 

 

 

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protettiva nei confronti della mucosa gastrica. I principi attivi della camomilla favoriscono la sintesi endogena di  prostaglandine  e  in questo modo viene rinforzata la barriera mucosa protettiva. L’azione antiulcera della camomilla θ sia di tipo preventivo che curativo.

-    Attivitΰ cicatrizzante:  questa attivitΰ θ strettamente connessa con

quella antiinfiammatoria e puς essere considerata piω propriamente come un’azione favorente la granulazione del tessuto leso.

 

 

Indicazioni terapeutiche:

 

 

-    Difficoltΰ  digestive,  ulcere  peptiche,  enteriti,  coliti,  meteorismo, fenomeni spastici del tubo digerente;

-    Cefalea, insonnia;

-    Turbe della menopausa, dismenorrea;

-    Infiammazione della pelle, eczema.;

-    Congiuntiviti (uso esterno)

-    Infiammazioni  e  catarri  della  cavitΰ  rinofaringea  e  dei  bronchi

(inalazioni)

 

 

Controindicazioni:

 

 

Non ci sono controindicazioni nell’uso della camomilla, sebbene alcuni dati di letteratura riportino rari casi di reazioni allergiche in soggetti con ipersensibilitΰ nei confronti delle Asteraceae.

 

 

Interazioni con i farmaci: Nessuna nota.

 

 

Preparazioni e posologia: Per affezioni del tratto gastrointestinale: si

prepara l’infuso di camomilla al 3% e se ne bevono 3-4 tazze nell’arco della giornata lontano dai pasti. Per affezioni della mucosa della cavitΰ

oro-faringea: sciacqui o gargarismi con l’infuso preparata di fresco piω

volte al giorno. Per uso esterno: utilizzare l’infuso dal 3 al 10% per

impacchi e spugnature.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Piantaggine maggiore e Piantaggine lanceolata

(Plantago major L. e Plantago lanceolata L.)

 

 

 

 

 

La piantaggine maggiore θ una delle piante piω diffuse nella flora di tutta l’Europa e nell’Asia settentrionale e centrale.

Cresce spontaneamente un po’ ovunque ai margini delle strade, nei campi, in abbondante quantitΰ.

Presenta una rosetta di sottili foglie lunghe fino a 20 cm. lanceolate parallelinervie dalle quali parte lo scapo fiorale che porta una spiga di piccoli fiori marroncini poco appariscenti, dai quali sporgono i lunghi stami. La droga θ costituita dalle parte aeree o dalle sole foglie.

 

 

Costituenti principali:

 

 

-    Glicosidi  iridoidici:  tra  cui  aucubina (0.3-2.5%), catalpolo (0,3-

1,1%), asperuloside

-    Flavonoidi: (apigenina, luteolina, scutellarina)

-    Mucillagini: sono circa il 6.5%, costituite da almeno 4 polisaccaridi ricca soprattutto in D-galattosio, L-arabinosio, 40%, acidi uronici, enzimi

-    Tannini: (6,5%); acido clorogenico e neoclorogenico

-    Cumarina esculetina, acidi fenoli

-    Acido silicico (1,35%); sali minerali (>zinco e potassio)

 

 

Attivitΰ famacologiche:

 

 

Le principali attivitΰ farmacologiche delle piantaggini sono le seguenti:

-    Antiinfiammatoria:   Gli   iridoidi  contenuti  nel  fitocomplesso sono

responsabili   dell’attivitΰ   antiinfiammatoria,  antimicrobica  e antiallergica della pianta.

 

 

 

 

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-    Cicatrizzante: la tradizione accorda soprattutto alle foglie fresche una

azione cicatrizzante utile nella terapia delle ulcere varicose e delle ferite.

 

 

-    Antitussiva  ed  espettorante:  Le  mucillagini  svolgono  un’azione

emolliente e sedativa tramite l’effetto ricoprente sugli epiteli, i tannini poi  esplicano  l’azione  antivirale  ed  astringente.  L’aucubina  ha un’attivitΰ  antiallergica che potrebbe essere utile nel trattamento della bronchite cronica asmatiforme

 

 

-    Azione antiallergica: L’aucubina manifesta un attivitΰ antiallergica di

tipo antistaminico che si evidenzia nella proprietΰ delle foglie fresche di neutralizzare l’effetto del veleno degli insetti (api, vespe, ecc.…) iniettato nel derma dopo la puntura.

 

 

Impieghi terapeutici:

 

 

-    Affezioni infiammatorie del tratto gastrointestinale:  la  tradizione

popolare fa uso soprattutto delle foglie fresche triturate o poste in macerazione per qualche ora in acqua bollita per trattare ulcere varicose, piaghe, punture degli insetti ecc., mentre il loro infuso viene impiegato  contro  le  affezioni  infiammatorie  dello  stomaco, dell’intestino e delle vie aeree superiori.

-    Flogosi della mucosa orofaringea e dello stomaco.

-    Catarri vie aeree.

-    Dermatosi, ulcerazioni.

 

 

Tossicitΰ ed effetti secondari: Non sono segnalati in letteratura

 

 

Interazioni con i farmaci: Nessuna nota

 

 

Preparazioni e posologia: Infuso : 3g circa di foglie in 150ml di acqua

bollente. Si lascia infondere per 10 minuti poi si filtra. Salvo diversa prescrizione , si beva una tazza 3 volte al giorno.

 

 

 

 

 

 

 

 

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Spirea ulmaria

(Filipendula ulmaria L.) La Spirea θ una delle tre piante ritenute piω sacre dai Druidi. Ha giocato  un ruolo molto importante  nello  sviluppo  del  farmaco aspirina.  L’acido  salicilico  divenne  un farmaco di grande interesse terapeutico nel XIX secolo, ma diversamente dall’erba, l’acido salicilico procurava una cosμ forte irritazione gastrica e nausea nei pazienti da rendere piω sopportabile la malattia nei confronti della cura. Cercando di superare questo problema

si sviluppς l’acido acetil salicilico che venne denominato Aspirina dove “a” stΰ per acetil e

“spirin” stΰ proprio per Spirea.

Dal punto di vista botanico questa pianta fa parte della famiglia delle  Rosaceae,  θ  una

pianta perenne alta fino a 120 cm con foglie pennate e piccoli fiori bianchi raccolti a formare pannocchie.

La droga θ costituita dalle parti aeree fiorite che hanno un sapore aromatico e leggermente acre, e odore debole simile al salicilato di metile.

 

 

Componenti attivi:

 

 

-    Flavonoidi: (3-5%) costituiti principalmente da rutina e altri glicosidi della quercetina e del canferolo;

-    Glicosidi fenolici:  includono la  spireina (primaveroside dell’aldeide salicilica) che si trova nei fiori, salicoside o salicina (glicoside dell’alcol salicilico)   e  gaulteroside  (quest’ultimo,  durante  il  processo  di essiccazione della droga, θ convertito in acido salicilico e nei suoi sali alcalini).

-    Olio essenziale (0.2% dai fiori): contiene salicilaldeide (75%), feniletil alcol (3%), benzil alcol (2%), metilsalicilato (1.3%) e altri.

 

 

 

 

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-    Tannini: soprattutto rugosina D.

 

 

Attivitΰ farmacologica:

 

 

-    Attivitΰ antiulcera: Studi in vivo dimostrano che l’estratto acquoso dei

fiori di Spirea ha una buona attivitΰ antiulcera  dovuta ad un’azione di  protezione  della  mucosa  gastrica  insieme  all’attivitΰ  anti- infiammatoria  dei  flavonoidi.  Puς  essere  inoltre  efficace  nel promuovere la cicatrizzazione delle ulcere croniche gastriche e nel prevenire  le  lesioni  allo  stomaco  prodotte  dall’uso  dei  FANS. Sembrerebbe strano raccomandare per il trattamento delle ulcere un erba a salicilati. Ma in accordo anche a quanto affermato da David Hoffmann i salicilati puri possono causare l’ulcera, la Spirea come fitocomplesso  invece  θ  utile  nella  prevenzione  e    trattamento dell’ulcera stessa nonostante il contenuto di salicilati.

 

 

-    Attivitΰ diuretica: aumenta il volume di urine emesso nelle 24 ore

assieme all’escrezione di urea, sodio, potassio e cloro. Questa attivitΰ θ stata attribuita alla frazione flavonoidica e ai sali di potassio contenuti nella pianta. I flavonoidi agiscono modulando l’attivitΰ della succinico-deidrogenasi e della anidrasi carbonica a livello dei tubuli renali.

 

 

-    Attivitΰ antimicrobica: Studi in vitro hanno dimostrato l’attivitΰ

antimicrobica degli estratti di Spirea nei confronti di Staphylococcus aureus    haemolyticus,   Streptococcus   pyogenes    haemolyticus, Escherichia  coli, Shigella flexneri, Klebsiella pneumoniae  e  Bacillus subtilis. Ci sono studi poi che suggeriscono per gli estratti acquosi di varie  parti  della  pianta  l’uso  per  il  trattamento  delle  ferite  in considerazione della discreta attivitΰ antibatterica dimostrata.

 

 

Indicazioni terapeutiche:

 

 

-    Disturbi a carico del tratto gastro-intestinale associati a iperaciditΰ

(dispepsia,   reflusso   gastrico,   ulcere   gastriche),   diarrea

(particolarmente nei bambini);

 

 

 

 

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-    Disturbi del tratto urinario (cistiti, calcoli renali ecc..);

-    Trattamento di febbre, raffreddori ecc..;

-    Esternamente per affezioni reumatiche ai muscoli ed alle articolazioni e per traumi come le contusioni, ematomi, distorsioni, slogature ecc..;

 

 

Tossicitΰ: Non sono segnalati in letteratura effetti tossici per

l’estratto alcolico nι per l’estratto acquoso dei fiori di Spirea.

 

 

Controindicazioni: nessuna nota.

 

 

Avvertenze  speciali  e  precauzioni:  Non  somministrare  in  via

cautelativa a persone allergiche ai FANS.

 

 

Interazioni con i farmaci: Nessuna nota. Considerato perς l’effetto

anticoagulante che potrebbe avere θ da utilizzare con cautela dalle persone in terapia con il warfarin.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Liquirizia

(Glycyrrhiza glabra L.)

 

 

 

 

Il termine Glycyrrhiza deriva dal greco

“glicos - rhizos” che significa “radice dal  gusto  dolce”.  Appartenente  alla famiglia delle Leguminoseae ha sempre destato un grande interesse sia per il suo gusto che per il suo valore come pianta officinale.

Si  distinguono  parecchie  varietΰ, comunque  quelle  piω  comunemente utilizzate sono la Glycyrrhiza glabra L. var.  typica, Reg. et  Her.,  diffusa  in Italia,  Grecia,  Spagna  e  Iran,  la Glycyrriza glabra L. var. glandulifera Wald et Kit., spontanea in Ungheria, Russia  meridionale, Asia minore e la varietΰ cinese G. uralensis.

La liquirizia θ una pianta perenne e

stolonifera alta fino a un metro e mezzo, con caule cespuglioso, foglie alterne e imparipennate (4-7 paia) di forma ovale ricoperte di peli ghiandolari.

La droga θ rappresentata dai rizomi (stoloni) e dalle radici che in alcuni casi vengono decorticate. L’apparato radicale θ molto sviluppato e ricopre un’area di molti metri quadrati. Dalle radici principali, lunghe circa 15 cm, partono numerose radici secondarie e stoloni che si estendono orizzontalmente anche per 1 o 2 metri e producono rami aerei in punti lontani dalla pianta madre.

Sebbene la pianta possa essere coltivata in maniera piuttosto semplice, θ necessario attendere 3 o 4 anni prima di poter raccogliere le radici.

La raccolta della droga si esegue all’inizio dell’inverno. Le radici e gli stoloni tagliati a pezzi, vengono lasciate fermentare per un certo periodo di tempo per favorire la colorazione gialla e migliorare anche altre caratteristiche organolettiche.

 

 

 

 

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Componenti attivi :

 

 

-    Saponine  triterpeniche:  2-15%  costituite  principalmente  da glicirrizina (sale di ammonio e di calcio dell’acido glicirrizico, detto anche glicirrizinico) e 24-idrossi-glicirrizina. Dimostrano di avere un potere dolcificante da 50 a 100 volte piω elevato di quello dello zucchero. La FU IX richiede per una liquirizia di qualitΰ un contenuto di acido glicirrizico almeno pari al 4%. Dalla scissione idrolitica dell’acido glicirrizico si forma l’acido diglucuronico e, come aglicone, l’acido glicirretinico. Ci sono poi altre saponine triterpeniche come la glabranina A e B, glicirretolo, glabrolide, l’ac. glabrico, ac. licorico ecc.

-    Triterpeni e steroli: b-amirina, onocerina, sitosterolo, stigmasterolo.

-    Flavonoidi: Sono oltre 30 i flavonoidi ed isoflavonoidi tra cui la liquiritina  e  il  suo   aglicone  liquiritigenina  oltre  al  calcone isoliquiritina e all’isoflavonoide neoliquiritina, ispaglabridina  A  e  B ecc. Conferiscono la colorazione gialla alla liquirizia.

-    Cumessetani;

-    Cumarine: erniarina, umbelliferone ecc.

-    Colina, betaina, sostanze amare, sostanze ad azione estrogenica.

 

 

Attivitΰ farmacologica :

 

 

La liquirizia mostra molte attivitΰ farmacologiche, che erano giΰ note nella medicina dell’antico Egitto e dell’antica India, oltre che dalla medicina  greco-romana,  tra  queste  si  ritrova  l’attivitΰ  emolliente, bechica, espettorante, blandamente diuretica e lassativa. Inoltre si assiste ad un ulteriore interesse per la liquirizia dopo che fu osservata la sua azione antiulcera.

-    Attivitΰ antiulcera: Questa attivitΰ della liquirizia θ stata evidenziata

da una osservazione casuale. Nel 1946 Revers un farmacista olandese notς che un preparato per la tosse a base di succo di liquirizia era molto apprezzato dai malati di ulcera del suo distretto. Questi trovavano piω giovamento in quel preparato che nei medicinali specifici per le patologie gastriche che regolarmente assumevano. Nel

1953 Borst ne riferμ su The Lancet. Gli studi farmacologici e clinici che sono seguiti hanno puntato l’attenzione sulla glicirrizina che θ

 

 

 

 

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stato  considerato  il  principio  attivo  responsabile  dell’attivitΰ antiulcera.  Da questa sostanza θ stato sviluppato anche un farmaco anti-ulcera di emisintesi  il carbenoxolone (emisuccinato dell’acido glicirretico)  che  non  si  usa  piω  in  considerazione  degli  effetti collaterali. La glicirrizina ha evidenziato un’azione mineralcorticoide simile a quella dell’aldosterone. In effetti la glicirrizina provoca in circa il 20% dei pazienti  ritenzione idrica con formazione di edemi soprattutto nel viso e negli arti inferiori. Talvolta possono comparire anche  capogiri  e  cefalee.  La  pianta  intera  comunque  alle  dosi normalmente  utilizzate  in  terapia  non  mostra  effetti  collaterali rilevanti  anche  se  non  possono  escludersi  del  tutto.  Θ  stato sviluppato allora un estratto deglicirrizinato che ha ottenuto, in studi clinici controllati, risultati ottimi nella terapia dell’ulcera pari alla Cimetidina. L’efficacia della liquirizia nel trattamento dell’ulcera peptica non dipende soltanto dalla presenza della glicirrizina quindi, ma anche da altri principi attivi (i  flavonoidi  ad  esempio  danno un’azione    spasmolitica    e    antiinfiammatoria   sul   tratto gastrointestinale oltre ad avere un’azione protettiva nei confronti della mucosa  gastrica).  Il  meccanismo  con  cui  si  produce  l’azione antiulcera rimane ancora sconosciuto si sa perς che la liquirizia θ utile nel trattamento delle ulcere peptiche perchι aumenta i livelli delle prostaglandine nello stomaco, oltre a promuovere la secrezione del muco protettivo e favorire la granulazione tissutale. Inoltre aumenta  il  flusso  sanguigno  allo  stomaco  e  riduce  gli  spasmi muscolari.

-    Attivitΰ spasmolitica:  Legata alla presenza dei flavonoidi. Attivitΰ

questa molto importante che va a completare l’azione antiulcera della liquirizia.

-    Attivitΰ  espettorante  e  secretolitica:  I principi attivi responsabili di

questa azione sono le saponine tra le quali principalmente l’acido glicirritico, esercita anche un’azione batteriostatica e antivirale. L’attivitΰ bechica dell’acido 18-b-glicirretico θ stata studiata in vari esperimenti  ed  θ  stato  possibile  evidenziare  che  esso  esercita un’azione antitussiva centrale paragonabile a quella della codeina.

-    Attivitΰ  antinfiammatoria: L’acido glicirrizico e il suo aglicone (l’acido

glicirretinico) non inibiscono la sintesi delle prostaglandine, ma

 

 

 

 

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piuttosto la migrazione dei leucociti verso il sito infiammatorio. Questa azione va ricondotta ad una debole azione  glucocorticoide, probabilmente di tipo indiretta, che si basa sull’inibizione della D4-5b- riduttasi,  con  conseguente  rallentamento  del  catabolismo  dei corticosteroidi endogeni ed allungamento dell’emivita plasmatica di cortisolo e aldosterone. In Russia si utilizzano le preparazioni a base di liquirizia come coadiuvante nei trattamenti a lungo termine con cortisone,  in  quanto  consente  di  ridurre  le  dosi  di  steroidi somministrate e, di conseguenza gli effetti collaterali.

-    Attivitΰ lassativa: La glicirrizina θ una saponina dotata di un buon

potere emulsionante, che puς essere utilizzato in caso di stipsi. Le radici di liquirizia rientrano cosμ nella composizione di miscele lassative.

-    Attivitΰ immunostimolante:  Studi recenti hanno  dimostrato che la

glicirrizina puς stimolare le funzioni immunitarie dei soggetti  HIV- positivi. Agisce principalmente promuovendo una notevole attivazione dei linfociti T.

 

 

Indicazioni terapeutiche:

 

 

-    Ulcera peptica e gastrite cronica:  Dati  clinici  dimostrano  l’efficacia

della liquirizia nel trattamento delle gastriti e delle ulcere peptiche per la sua capacitΰ di aumentare la produzione di muco a livello gastrico, accelerare la cicatrizzazione, alleviare il dolore, prevenire le recidive. Importante θ anche l’uso della liquirizia nella profilassi.

-    Per  le  sue  proprietΰ  emollienti,  espettoranti  e  secretolitiche la liquirizia e i suoi estratti  sono stati utilizzati nel trattamento della tosse, dei catarri bronchiali e nelle infiammazioni delle vie aeree

superiori.

-    Eczema, psoriasi, dermatiti da contatto e dermatiti allergiche:  La

liquirizia per uso topico viene utilizzata nel trattamento di queste patologie in considerazione dell’azione  antiinfiammatoria dell’acido glicirretinico.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Tossicitΰ:

La tossicitΰ della liquirizia e dei suoi principi attivi θ molto bassa e non risultano casi di intossicazione acuta. Per quel che riguarda invece i casi di  tossicitΰ  cronica  sono  stati  osservati  nel  corso  di  trattamenti terapeutici prolungati con estratti di liquirizia o di  ac.  glicirretico. In questi casi θ sufficiente sospendere la somministrazione per un certo periodo perchι i sintomi regrediscono rapidamente.

 

 

Controindicazioni ed effetti collaterali:

I principali effetti collaterali segnalati in seguito ad un uso prolungato di preparazioni a base di liquirizia  sono: ipertensione, aumento della ritenzione idrica con formazione di edemi soprattutto nel viso e nelle caviglie. Si determina anche una riduzione della secrezione di sodio e l’aumento di quella del potassio.

 

 

L’assunzione di liquirizia θ pertanto sconsigliato in caso di ipertensione arteriosa e ipopotassiemia.

 

 

Avvertenze speciali o precauzioni:

Evitare l’uso in gravidanza e allattamento.

 

 

Interazioni con i farmaci:

 

 

-    Puς potenziare la perdita di potassio determinata da alcuni farmaci come  le  tiazidi e i diuretici dell’ansa. La perdita di potassio puς aumentare la  sensibilitΰ ai glucosidi digitalici.

 

 

Preparati e posologia:

Salvo diversa prescrizione la dose media giornaliera θ:

ƒ   da 5 a 10 g di polvere che corrispondono a 200-800  mg di glicirrizina;

ƒ   0,5-1 g di succo di liquirizia per il trattamento delle affezioni delle vie aeree, 1,5 – 3 g per le ulcere peptiche e le gastriti;

ƒ   dosi corrispondenti delle altre preparazioni;

ƒ      Liquirizia deglicirrizinata (DGL) : da 6 a 8 tavolette masticabili da

250 mg.

 

 

 

 

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L’Argilla

 

 

 

 

L’argilla θ un minerale costituito principalmente da silice e silicato idrato di alluminio. Piω correttamente si dovrebbe parlare di argille dato che  ne  esistono  di  vari  tipi;  argille  verdi,  bianche,  gialle,  rosse. Differiscono le une dalle altre per il contenuto di metalli alcalini, alcalino-terrosi, ma anche ferro e manganese in sostituzione parziale o totale dell’alluminio.

Il  magnesio  trisilicato  contenuto  nell’argilla  viene  usato frequentemente come antiacido. Nello stomaco si converte in diossido di silicio e magnesio cloruro.

Nella  letteratura  medica  si  trovano  molte  testimonianze  dell’uso dell’argilla per il trattamento di numerose patologie. L’argilla si θ dimostrata  un  buon  antisettico  naturale  e  le  sue  proprietΰ batteriostatiche sono state utilizzate nel trattamento di numerose forme infettive:  enteriti,  coliti,  colibacillosi  o  parassitarie  (parassitosi intestinali) JEAN VALNET.

Θ stata evidenziata anche un’attivitΰ cicatrizzante dovuta al contenuto di silicato d’alluminio. Inoltre Jean Valnet ed altri autori francesi riferiscono di un’azione antitossica dell’argilla probabilmente collegata all’attivitΰ assorbente. L’aggiunta di poca argilla a soluzioni di sostanze tossiche sembra che possa diminuire l’intensitΰ degli effetti tossici delle medesime.

L’uso interno θ particolarmente indicato per le malattie dell’apparato digerente  quali  gastrite,  gastroduodenite,  ulcera  peptica,  colite, stitichezza.

 

 

Indicazioni e modi d’uso:

 

 

Uso  interno:  Per  l’uso  interno  θ  conveniente  utilizzare  un’argilla

finemente setacciata, priva di sabbia, non cotta e asciugata al sole. La dose quotidiana abituale θ di 1 cucchiaino da caffθ per _ di bicchiere d’acqua (1/2 cucchiaino per bambini sotto i 12 anni). Per alcune patologie puς essere utile iniziare con un solo bicchiere di acqua argillosa per 4 o 5 giorni. In altre: dissenterie, affezioni gastrointestinali,

 

 

 

 

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si possono assumere anche 2 o 3 cucchiaini da caffθ al giorno. La preparazione deve essere fatta il giorno prima, si lascia l’argilla nel bicchiere con l’acqua tutta la notte e poi al mattino si beve il surnatante, diversamente θ possibile assumerla prima di coricarsi  o mezz’ora prima dei pasti principali. Alcuni autori consigliano di bere il preparato dopo avere rimescolato, in modo da assumere tutto, anche l’argilla rimasta sul fondo. Per le sue proprietΰ cicatrizzanti e ricostruttive l’argilla θ indicata nel trattamento delle ulcere, dissenterie, coliti, enteriti.

 

 

Controindicazioni ed effetti collaterali:

 

 

L’argilla puς procurare stipsi, in questo caso si provvederΰ a diminuire la dose e ad aumentare la quantitΰ di acqua. Se dovesse persistere il problema occorrerΰ interromperne l’ingestione.

L’argilla θ controindicata per tutti i soggetti affetti da patologie che producono alterazioni della motilitΰ intestinale (ilei di qualsiasi natura).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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SUCCHI DI PIANTE

 

 

Nel trattamento delle affezioni gastriche sono stati utilizzati i succhi di alcune piante tra cui il succo concentrato di liquirizia (V. monografia), il succo di cavolo e di patata.

 

 

Succo di cavolo

(Brassica oleracea) Il cavolo θ sicuramente una delle piante alimentari   piω   antiche,   originario dell’Europa θ coltivato da piω di 4000 anni

in  moltissime  forme,  specie  e  varietΰ. L’utilizzazione medica del cavolo, empirica per  millenni,  si  basa  ora  su  un  certo numero di sperimentazioni su pazienti che hanno messo in  evidenza per il succo fresco di cavolo un’azione positiva nelle

malattie dello stomaco ed in particolare nell’ulcera peptica. Dal cavolo bianco per pressatura si ottiene un succo fresco concentrato che come sperimentato da un gruppo di scienziati americani (Cheney, Wasler e Miller 1956) accelera la cicatrizzazione dell’ulcera gastrica. I pazienti sono stati seguiti tramite controlli radiografici e la sperimentazione θ stata eseguita in doppio cieco.

La preparazione del succo di cavolo si realizza sminuzzando il cavolo fresco con un frullatore con un’aggiunta di poca acqua. Il succo viene poi somministrato nel corso della mattinata e del pomeriggio in piccole porzioni. In letteratura medica sono state riportate ulteriori informazioni riguardanti  l’azione  positiva  del  cavolo  nelle  malattie  gastriche  e soprattutto viene messo in evidenza la buona tollerabilitΰ nei confronti di questo preparato. Due studiosi svizzeri (Strehler e  Hinziker 1954) hanno messo in evidenza come il succo di cavolo si dimostra piω efficace nel trattamento delle ulcere duodenali piuttosto che in quelle gastriche. Θ  da  evidenziare  perς  che  con  questo  preparato  si  puς  risolvere l’episodio ulceroso acuto ma non si riescono a prevenire le recidive. L’azione  antiulcera  del  succo  di  cavolo  fresco  θ  da  attribuirsi

 

 

 

 

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all’aminoacido metilmetioninsulfoniumbromide  per il quale si ipotizza

un’azione protettiva sulla mucosa gastrica, che si oppone all’azione lesiva dell’acido cloridrico.

Θ importantissimo utilizzare il succo di cavolo fresco e crudo perchι con la cottura si perde gran parte del contenuto di principio attivo.

La cura del succo di cavolo deve essere fatta per 3 - 5 settimane consecutive alternando un periodo di riposo.

Unico  effetto  indesiderato  valutato  con  questo  trattamento  θ  la comparsa di meteorismo, che puς essere eliminato perς con un’aggiunta di infuso di Carvi e Camomilla in parti uguali.

 

 

 

 

Succo di patata

(Solanum tuberosum ) La patata fu scoperta in Perω dagli Spagnoli intorno al 1530 e poco dopo introdotta in Spagna ed Italia. Appartiene alla famiglia delle   Solanaceae,  una  famiglia  ricca  di piante   medicinali   molto   attive:   vi appartengono  l’Atropa  belladonna,    lo stramonio   ecc.   Tutte   queste   piante contengono   principi   attivi   del   tipo dell’atropina e anche la patata contiene la solanina che agisce come l’atropina anche se

θ contenuto in quantitΰ piuttosto bassa, pur sempre sufficiente perς a sviluppare una certa azione antispasmodica.

Recentemente θ stato possibile evidenziare che anche il succo di patata θ efficace nei disturbi dei malati di ulcera, soprattutto nei  disturbi spastici dell’ulcera.

Si utilizza il succo delle patate crude, alcuni malati usano anche l’acqua di cottura delle patate. Nel trattamento delle patologie gastro-duodenali viene assunto mezzo bicchiere di succo di patata quattro cinque volte al giorno, per un mese. Si puς aggiungere anche miele, succo di carota o di limone (Jean Valnet).

 

 

 

 

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Resta da evidenziare che il succo di patata θ in grado si di migliorare i disturbi del malato di ulcera ma a differenza del succo di cavolo non favorisce la cicatrizzazione dell’ulcera. Θ necessario allora distinguere tra le due terapie.

 

 

Tossicitΰ:

 

 

Sotto la pellicola della patata si trova la  solanina (0.04 mg/Kg) un principio attivo atropino-simile tossico. Chi fa uso dell’acqua di cottura delle  patate  per  trattare  le  affezioni  gastriche  (indicazione  della tradizione popolare) a lungo termine potrebbe presentare intossicazione con disturbi visivi, dilatazione delle pupille, secchezza delle fauci.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Tabelle riepilogative riguardanti le piante officinali maggiormente utilizzate nelle patologie dell’apparato digerente

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Tab.1- Piante ad amari che vengono utilizzate nelle patologie dell’apparato digerente

 

 

 

 

 

 

Pianta officinale                    Indicazioni                     Indice di amaro


Marrubio sommitΰ

Marrubium vulgare


-     Inappetenza

-     Dispepsia                        > 3000


 

 

 

 

Carciofo foglie


-     Dispepsia

-     Nausea e vomito

-     Inappetenza

-     Disturbi        della


-     L’indice stabilito  per le foglie   e   i    prodotti derivanti  dalle  brattee carnose e dalla sommitΰ


Cynara scolymus

 

 


funzionalitΰ     della cistifellea  e  delle  vie  -

biliari,


fiorita 10000;

La tintura  idroalcolica:

ca. 2600


 

Cardo santo sommitΰ


-     Patologie epatiche

-     Inappetenza


-     Infuso: ca. 140

 


Cnicus benedictus

Trifoglio fibrino foglie

Menyanthidis folium

China corteccia

Cinchona pubescens

Condurango corteccia


-     Dispepsia                        > 800

-     Inappetenza

-     Dispepsia                        > 4000

-     Inappetenza

-     Dispepsia                         12000

 

 


Marsdenia cundurango      -     Inappetenza                     Ca. 600


Genziana radice

Gentiana lutea

 

 

Tarassaco radice


-     Inappetenza

-     Dispepsia                        > 10000

-     Dispepsia

-     Disturbi funzionali della


Taraxacum officinale

 

 

 

 

 

Achillea millefoglie fiori

Achillea millefolium

 

 

Cicoria radice


cistifellea e delle vie biliari

-     Inappetenza

-     Dispepsia

-     Gastriti

-     Disturbi funzionali della cistifellea e delle vie biliari

-     Inappetenza


>100

 

 

 

 

 

 

 5000

 

 

 

 

 


Cichorium intybus

Centaurea foglie

Centaurium erythraea


-     Dispepsia                        Ca. 800

-     Inappetenza

-     Dispepsia                        > 2000


 

 

 

Attivitΰ:

 

ƒ   Stimolazione dell’appetito;

ƒ   Incremento della secrezione della saliva;

 

 

 

 

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ƒ   Incremento della secrezione del succo gastrico;

ƒ   Colagoga;

ƒ   Accelerazione dello svuotamento gastrico.

 

 

Indicazioni:

 

 

ƒ   Nausea e vomito;

ƒ   Inappetenza;

ƒ   Disturbi dispeptici;

ƒ   Disturbi gastrici, come l’atonia e la ptosi dello stomaco;

ƒ   Gastriti;

ƒ   Disturbi funzionali della cistifellea e delle vie biliari;

ƒ   Epatopatie;

ƒ   Debolezza generale;

ƒ   Esaurimento psicovegetativo.

 

 

Controindicazioni:

 

 

Nei casi di ulcera duodenale e gastrica (Piante con indice amaro al disopra di 10000)!

 

 

Interazioni: Nessuna nota.

 

 

Note: Vista la termolabilitΰ dei principi attivi delle  piante ad amari non si deve prolungare troppo a lungo l’ebollizione durante la preparazione del decotto, e per la loro instabilitΰ chimica immagazzinare le droghe ben secche. La preparazione a freddo θ piω amara e concentrata dato che il principio amaro termolabile non viene alterato.

Assumere almeno 30 minuti prima del pasto e tenere qualche tempo in bocca, cosμ che il riflesso gastro-cefalico possa essere completamente sviluppato.

L’efficacia delle piante ad amari si evidenzia in primo luogo per i pazienti con inappetenza e ridotta secrezione gastrica.

Con un normale riflesso secretivo e un normale appetito non si deve attendere alcun aumento.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Tab. 2 – Piante ad amari e aromatiche (ad olio essenziale)

utilizzate nelle patologie dell’apparato digerente

 

 

 

 

 

Pianta officinale                                Indicazioni


Luppolo infiorescenze femminili

Humulus lupulus

Calamo aromatico radice

Acorus calamus

 

 

Arancio amaro scorza

Citrus aurantium

Salvia foglia

Salvia officinalis

Assenzio somm. fiorite

Artemisia absinthium

 


-     Dispepsia

 

 

 

-     Inappetenza

-     Dispepsia

-     Gastrite

-     Inappetenza

-     Dispepsia

-     Malattie del tratto oro-faringeo

-     Dispepsia

-    Inappetenza

-     Dispepsia

-     Disturbi funzionali della cistifellea e delle vie biliari.


 

 

 

Attivitΰ:

 

ƒ   Stimolazione dell’appetito;

ƒ   Incremento della secrezione salivare;

ƒ   Incremento della secrezione gastrica;

ƒ   Accelerazione dello svuotamento gastrico;

ƒ   Tonificante della muscolatura liscia;

ƒ   Carminativa;

ƒ   Spasmolitica;

ƒ   Colagoga;

ƒ   Antiflogistica

ƒ   Batteriostatica

ƒ   Sedativa;

 

 

Indicazioni:

 

 

ƒ   Malattie del tratto oro-faringeo;

ƒ   Inappetenza;

ƒ   Dispepsia;

ƒ   Gastrite;

ƒ   Disturbi della funzionalitΰ della cistifellea e delle vie biliari.

 

 

 

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Controindicazioni:

 

 

Nei casi di ulcera gastrica e duodenale (piante con indice amaro superiore a 10000).

 

 

Interazioni: Nessuna nota

 

 

Note: Le preparazioni a freddo sono quelle piω efficaci, dato che i principi attivi amari sono termolabili e in esse mantengono a pieno il loro indice amaro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Tab. 3 – Piante aromatiche (ad olio essenziale) utilizzate nelle patologie dell’apparato digerente

 

 

 

Pianta officinale                                        Indicazioni


 

Angelica radice

Angelica archangelica

 

Anice frutti


 

-     Inappetenza

-     Dispepsia

 

 


Pimpinella anisum          -     Dispepsia


 

Valeriana radice

Valeriana officinalis

 

Curcuma rizoma

Curcuma domestica

 

Aneto frutti


-     Dispepsia

-     Gastrite

 

-     Dispepsia

-     Disturbi funzionali della cistifellea e delle vie biliari

 

 


Anethum graveolens        -     Dispepsia

Finocchio OE

Foeniculum vulgare         -     Dispepsia


 

Galanga rizoma

Alpinia officinarum

 

Curcuma di Giava rizoma

Curcuma zedoaria

 

Zenzero rizoma

Zingiber officinale

 

 

Camomilla fiori

Matricaria recutita

 

 

Cardamomo frutti


-     Inappetenza

-     Dispepsia

-     Disturbi funzionali della cistifellea e delle vie biliari

-     Dispespia

-     Disturbi funzionali della cistifellea e delle vie biliari

-     Nausea e vomito.

-     Inappetenza

-     Dispepsia

-     Malattie del tratto oro-faringeo

-     Dispepsia

-     Dolori spastici del tratto digestivo

-     Gastriti

-     Ulcera gastrica e duodenale

 


Elettaria cardamomum      -     Dispepsia

Coriandolo frutti

Coriandrum sativum        -     Dispepsia

Carvi frutti

Carum carvi               -     Dispepsia

LavandaL fiori

Lavandula angustifolia      -     Dispepsia

Melissa foglie

Melissa officinalis          -     Dispepsia

-     Nausea e vomito


Menta piperita foglie

Mentha piperita

 

Rosmarino foglie


-     Dispepsia

-     Colon irritabile

-     Disturbi funzionali della cistifellea e delle vie biliari

 


Rosmarinus officinalis       -     Dispepsia

Anice stellato frutti

Illicium verum             -     Dispepsia

 

 

 

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Ginepro bacche

Juniperus communis        -     Dispepsia


Cannella cinese corteccia

Cinnamomum cassia

Cannella corteccia

Cinnamomum zeylanicum


-     Inappetenza

-     Dispepsia

-     Inappetenza

-     Dispepsia


 

 

 

Attivitΰ:

 

 

ƒ  Incremento della secrezione della saliva;

ƒ  Incremento della secrezione gastrica;

ƒ  Carminativa;

ƒ  Antiflogistica;

ƒ  Antibatterica;

ƒ  Batteriostatica;

ƒ  Antimicotica;

ƒ  Spasmolitica.

 

 

Indicazioni per le patologie dell’apparato digerente:

 

 

ƒ  Patologie del tratto oro-faringeo;

ƒ  Disturbi dispeptici, pesantezza di stomaco, flatulenza, spasmi del

       tratto gastro-intestinale;

ƒ  Inappetenza;

ƒ  Nausea e vomito;

ƒ  Gastriti;

ƒ  Ulcera gastrica e duodenale;

ƒ  Colon irritabile;

ƒ  Disturbi della funzionalitΰ della cistifellea e delle vie biliari.

 

 

Controindicazioni:

 

 

Gli oli essenziali quando assunti per via interna sono controindicati in soggetti affetti da gastriti acute, epatiti, ulcera duodenale e gastrica.

 

 

Note:

 

 

   L’olio essenziale che θ  chimicamente instabile deve essere conservato in un luogo fresco, in contenitori ben chiusi, al riparo dall’aria e dalla luce e ad una temperatura non superiore a 20°C. Diversamente

 

 

 

 

76


potrebbero formarsi prodotti di idroperossidazione e di condensazione che possono causare irritazioni.

Anche le droghe aromatiche devono essere conservate a meno di

20°C.

   Per l’infuso di piante ad olio essenziale si deve utilizzare un recipiente chiuso e bisognerebbe recuperare le gocce condensate sul coperchio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Tab. 4 – Piante a mucillagine utilizzate nel trattamento delle patologie dell’apparato digestivo

 

 

 

 

Pianta officinale                                         Indicazioni

 

Altea radice


 

Althaea officinalis

 

Psillio semi

 

Plantago arenaria

 

Lichene islandico tallo

 

Cetraria islandica

 

 

Lino semi

 

Linum usitatissimum

 

 

Malva foglie e fiori

 

Malva sylvestris


-     Malattie del tratto oro-faringeo

 

 

-     Colon irritabile

 

-     Stipsi abituale

 

-     Malattie del tratto oro-faringeo

 

-      Inappetenza

 

-     Gastriti

 

-      Ulcera duodenale e gastrica

 

-      Colon irritabile

 

-      Stipsi abituale

 

-     Malattie del tratto oro-faringeo

 

-     Gastriti


 

 

 

 

Attivitΰ nelle patologie dell’apparato digerente:

 

 

   Lenitiva nelle irritazioni;

   Antiflogistica;

   Azione protettiva delle mucose;

   Azione protettiva nell’ulcera;

   Azione di stimolo della peristalsi intestinale.

 

 

Indicazioni nelle patologie dell’apparato digerente:

 

 

   Malattie del tratto oro-faringeo;

   Gastriti;

   Ulcere gastriche e duodenali;

   Colon irritabile;

   Stipsi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Controindicazioni:

 

 

   Le piante a mucillagini sono controindicate nei casi di ilei di qualsiasi natura.

 

 

Interazioni:

 

 

   Potrebbero diminuire l’assorbimento di alcuni nutrienti e dei farmaci in genere.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Tab. 5 - Piante ad alcaloidi, utilizzate nelle malattie dell’apparato digerente

 

 

 

 

Piante officinali                                         Indicazioni


 

Boldo foglie

Peumus boldus

 

 

 

Fumaria

Fumaria officinalis

 

Chelidonia

Chelidonium majus

 


-     Dispepsia

-     Dolori spastici del tratto digerente

-     Disturbi della funzionalitΰ della cistifellea e delle vie biliari.

 

-     Dolori spastici del tratto digerente

-     Disturbi funzionali della cistifellea e delle vie biliari

 

-     Dolori spastici del tratto digerente

-      Disturbi della funzionalitΰ della cistifellea e delle vie biliari


 

 

 

 

Attivitΰ:

 

 

ƒ   Spasmolitica: nel tratto gastro-intestinale e nelle vie biliari;

ƒ   Simpaticomimetica/Parasimpaticolitica;

ƒ   Antagonista del recettore muscarinico;

ƒ   Rilassante della muscolatura liscia.

 

 

Indicazioni:

 

 

ƒ   Dispepsia;

ƒ   Spasmi o dolori spastici aspecifici del tratto gastrointestinale e delle vie biliari;

 

 

Interazioni:

 

 

Rinforzo dell’attivitΰ anticolinergica con gli antidepressivi triciclici, Amantadina e Chinidina.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Tab. 6 – Piante a flavonoidi, utilizzate nelle malattie del tratto digerente

 

 

Piante officinali                                         Indicazioni


 

Camomilla fiori

Matricaria recutita

 

 

 

 

Cardo mariano frutti

Silybum marianum

 

Arancio amaro scorze

Citrus aurantium

 

Liquirizia radice


-     Malattie del tratto oro-faringeo

-     Dispepsia

-     Dolori spastici del tratto digerente

-     Gastriti

-      Ulcere gastriche e duodenali

-     Disturbi della funzionalitΰ della cistifellea e delle vie biliari

-     Malattie del fegato

 

-     Inappetenza

-     Dispepsia

 


Glycyrrhiza glabra         -     Ulcera duodenale e gastrica


 

Spirea fiori

Filipendula ulmaria


 

-     Ulcera duodenale e gastrica

 


 

 

Attivitΰ:

 

ƒ   Spasmolitica;

ƒ   Diminuzione della permeabilitΰ dei capillari;

ƒ   Stabilizzante delle membrane;

ƒ   Antiepatotossica;

ƒ   Antiflogistica;

ƒ   Antiossidante.

 

 

Indicazioni;

 

 

ƒ   Inappetenza;

ƒ   Dispepsia;

ƒ   Disturbi spasmodici del tratto digerente;

ƒ   Gastriti

ƒ   Ulcere duodenali e gastriche;

ƒ   Disturbi della funzionalitΰ della cistifellea e delle vie biliari;

ƒ   Epatopatie. Controindicazioni: Nessuna nota. Interazioni: Nessuna nota.

 

 

 

 

 

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Tab. 7 – Attivitΰ ed efficacia delle piante utilizzate nei disturbi dispeptici


 

 

 

Attivitΰ

Pianta medicinale

 

 


 

Stimolazione delle secrezioni, della motilitΰ e del tono


 

 

Carminativa       Spasmolitica          Sedativa

 

 

 

 


 

Stimolante la funzionalitΰ del pancreas e quella enzimatica


Angelica radice            ++             ++             ++

Anice frutti                +             ++             ++              

Carciofo foglie             ++

Valeriana radice                                                                +             ++              

Cardo santo             +++

Trifoglio fibrino          +++

Boldo foglie               ++                              ++


Bromelina dell’Ananas


+                                                               +++

 


China corteccia          +++             +

Curcuma rizoma           ++

Aneto frutti                                         +              ++              

Genziana radice          +++


Finocchio frutti e OE


+             +++            ++

 


Galanga rizoma             +                              ++                               


Curcuma di

Giava rizoma

Luppolo infiorescenze femminili


++

 

++                                              ++

 

 


Zenzero rizoma            ++

Calamo rizoma            ++                              ++              +

Camomilla fiori                                                              +++             +

+              +Cardamomo frutti

Coriandolo frutti            +             ++              +              

Carvi frutti e OE            +             ++             ++              

Lavanda fiori                                       ++                              ++


Tarassaco radice e foglie


++              +

 


Melissa foglie               +             ++              +              ++              

Papaina                   +                                                               +++

 

 

 

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Menta piperita foglie

Arancio amaro scorze


++             ++

 

++                              ++

 


Rosmarino foglie            +              +              

Salvia foglie              ++


Millefoglie foglie e fiori

Anice stellato frutti


++                              ++

 

+              +               +              

 


Centaurea foglie          +++

++Artiglio del diavolo radice

Ginepro bacche            ++              +

Cicoria radice              +


Assenzio sommitΰ fiorite

Cannella cinese corteccia

Cannella corteccia


+++             +              ++

 

++              +              ++

 

++              +              ++

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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INDICE

 

 

Introduzione……………………………………………………………………………………  pag.   2

 

 

1. Cenni di anatomia e fisiologia dello stomaco………….  pag.   3

 

 

1.1   Anatomia e fisiologia dello stomaco………………………..  pag.   3

1.2   Le secrezioni gastriche…………………………………………………  pag.   5

 

 

2. Le piω comuni patologie dell’apparato gastrico……..  pag. 10

 

 

2.1   Dispepsia……………………………………………………………………………  pag. 10

2.2   Gastrite……………………………………………………………………………….  pag. 11

2.3   Ulcera peptica………………………………………………………………….  pag. 12

2.4   Comparazione dei sintomi di alcune

        importanti malattie dell’apparato digerente………... pag.  18

 

 

3. Terapia farmacologica………………………………………………………….  pag. 19

 

 

3.1   Antiacidi e citoprotettori……………………………………………..  pag. 19

     3.2  Farmaci antisecretori…………………………………………………….  pag. 23

     3.3  Terapia eradicante………………………………………………………….  pag. 27

 

 

4. I rimedi erboristici utili nel trattamento

   delle piω comuni patologie a carico del

   tratto gastro-intestinale………………………………………………………pag.   29

 

 

4.1 Strategia fitoterapica per le piω frequenti

     malattie dello stomaco………………………………………………….….pag.  30

 

 

Acloridria……………………………………………………………………………………...  pag. 30

Aerogastria………………………………………………………………………………….  pag. 32

Atonia gastrica…………………………………………………………………………..  pag. 35

Colica gastrica……………………………………………………………………………  pag. 37

Dispepsia……………………………………………………………………………………..  pag. 38

Gastrite acuta e cronica………………………………………………………….  pag. 40

Gonfiore di stomaco………………………………………………………………….  pag. 43

 

 

 

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Imbarazzo di stomaco……………………………………………………………..  pag. 44

Indigestione…………………………………………………………………………………  pag. 44

Rigurgiti acidi……………………………………………………………………………..  pag. 44

Sonnolenza post-prandiale……………………………………………………  pag. 44

Ulcera peptica…………………………………………………………………………….  pag. 45

 

 

5. Monografie delle piante medicinali piω

    importanti nella terapia dell’ulcera

    peptica………………………………………………………………………………………… pag.   48

 

 

Bupleurum …………………………………………………………………………………  pag. 49

Camomilla……………………………………………………………………………………pag.  52

Piantaggine maggiore e lanceolata….………………………………… pag. 55

Spirea ulmaria…………………………………………………………………………..  pag. 57

Liquirizia …………………………………………………………………………………….  pag. 60

Argilla……………………………………………………………………………………………   pag. 65

Succo di cavolo………………………………………………………………………….  pag. 67

Succo di patata………………………………………………………………………....  pag. 68

 

6. Tabelle riepilogative delle piante officinali piω utilizzate nelle patologie dell’apparato gastro-

    intestinale …………………………………………………………………………………  pag. 70

 

 

    Bibliografia………………………………………………………………………………….pag. 84

 

 

Indice…………………………………………………………………………………………….pag. 90

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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